L’Italia si prepara ad accogliere Greta Thunberg, la giovanissima attivista svedese che ha rinvigorito un tutto il mondo la battaglia per l’ambiente e contro il surriscaldamento globale. Il suo arrivo a Roma è previsto per mercoledì prossimo, per incontrare prima di tutto il Papa. Poi, giovedì, un evento in Senato e infine venerdì, come ormai tradizione vuole, la manifestazione in piazza del Popolo.

“La Cgil ci sarà. Siamo stati fin da subito al fianco all’interno del movimento #frydaysfuture. E ci sarà anche un bellissimo palco alimentato in parte dalle biciclette (circa 150, ndr) in una piazza che sarà piena. C’è un impegno importante da parte nostra su questo fronte, anche per dare un segnale che le alternative esistono”. A dirlo è Simona Fabiani, dell’area Politiche di sviluppo della Cgil, ai microfoni di RadioArticolo1, tornando così sui temi da lei lanciati la settimana scorsa dalle colonne di Rassegna Sindacale, cioè la lunga mobilitazione per l'ambiente che sfocerà in un nuovo Global strike il prossimo 24 maggio.

Per quanto riguarda in particolare il nostro Paese, “noi non siamo per niente soddisfatti – ribadisce la sindacalista – del piano nazionale integrato per l'energia e per il clima: gli obiettivi che l'Italia si pone sono persino inferiori a quelli dell'Unione europea, la quale punta a ridurre le emissioni del 40 per cento al 2030. Un traguardo giudicato dalla scienza insufficiente, perché porterebbe a un aumento di tre gradi e mezzo. Porsene uno ancora più basso, come fa come l'Italia, vuol dire che siamo completamente fuori rotta”.

“Voglio ricordare – sottolinea ancora l’esponente della Cgil – che stiamo parlando di questioni che hanno ricadute dirette sulla salute e sul futuro della vita delle persone, perciò è ancora più grave che non ci sia un coinvolgimento democratico, perché di fatto si prendono decisioni che hanno effetti positivi per pochi e conseguenze drammatiche su tutto il resto del mondo. I ragazzi, e noi con loro, ci stiamo mobilitando: non è possibile ci passino sopra la testa senza senza alcun coinvolgimento e il diritto di esprimersi”.

“La scienza – conclude Fabiani – ci ha detto chiaramente nell'ultimo rapporto dell'Ipcc che ci restano appena undici anni per intervenire, però servono cambiamenti senza precedenti. Mi sembra abbastanza chiaro. Ebbene, quel report è dell'ottobre scorso, quindi sono già passati sei mesi e su undici anni non è poco. Bisogna attivarsi subito e invece tutti continuano ad andare avanti come se niente fosse”.