Ucciso uno degli operatori umanitari di Medici senza frontiere a Gaza. Ne dà annuncio la stessa Msf, esprimendo dolore e chiedendo nuovamente un cessate il fuoco immediato e incondizionato nel conflitto israelo-palestinese.

Mohammed Al Ahel è stato ucciso insieme a diversi membri della sua famiglia il 6 novembre. Mohammed lavorava come tecnico di laboratorio per Msf da oltre due anni e si trovava nella sua casa nel campo profughi di Al Shati quando l'area è stata bombardata e l’edificio è crollato, uccidendo, secondo le testimonianze locali, decine di persone.

“È evidente – si legge in un comunicato di Medici senza frontiere - come nessun luogo a Gaza sia al sicuro da bombardamenti brutali e indiscriminati. Secondo le autorità sanitarie a Gaza, più di 10.000 persone sono state uccise, tra cui oltre 4.000 bambini”.

Msf ricorda come “i ripetuti appelli per un cessate il fuoco immediato sono caduti nel vuoto, anche se lo stop ai combattimenti rappresenta l'unico modo per evitare altre morti insensate nella Striscia e per consentire un adeguato livello di aiuti umanitari a Gaza”.

“In tutta la Striscia, persone indifese continuano a perdere familiari e abitazioni, mentre i leader mondiali non riescono a intraprendere un'azione significativa. In questo tragico momento – concludono -, Msf continua a essere gravemente preoccupata per tutti i suoi operatori a Gaza, molti dei quali stanno ancora lavorando negli ospedali della Striscia per fornire cure salvavita”.