La decisione della Corte Suprema Usa che cancella il diritto federale all'aborto è per il sindacato americano un colpo gravissimo alle libertà individuali, che si iscrive in un più generale attacco ai diritti delle persone anche nei luoghi di lavoro. È durissima la presa di posizione di Liz Shuler, presidente di Afl-Cio

"Crediamo fermamente – si legge in una nota –  che ciascuno debba avere il controllo di tutto ciò che concerne il proprio corpo, comprese le decisioni che riguardano la sua salute riproduttiva. In una fase in cui dovremmo concentrarci per promuovere una sempre maggiore equità nella classe lavoratrice, in particolare per le comunità più emarginate e pù colpite dalla pandemia, questo pronunciamento finirà per allargare ancor di più le disparità razziali ed economiche esistenti. Il peso di questa decisione senza dubbio ricadrà sulle donne più povere e sulle persone oppresse dalla discriminazione di genere".

La sindacalista invita dunque il governo a "dare priorità ai necessari investimenti nel nostro sistema di cura e assistenza per i bambini e nei congedi retribuiti per motivi familiari e di salute". Bisogna anche "porre fine al gap salariale di genere e favorire l’accesso a lavori con paghe più alte e migliori benefit".

Quello della corte, insomma, è solo “l’ultimo di un’allarmante serie di attacchi ai nostri diritti fondamentali, compresi il diritto al voto e alla contrattazione collettiva nei luoghi di lavoro e mostra un trend allarmante per cui anche altri diritti ben radicati, come i matrimoni tra persone dello stesso sesso, potranno essere messi in discussione".

Per Schuler, "l’attuale maggioranza conservatrice della Corte Suprema è determinata a limitare le scelte autonome che riguardano il proprio corpo, la libertà e l’autodeterminazione solo per un ristretto numero di persone, e questo è assolutamente antidemocratico. I sindacati americani continueranno a battersi per giustizia di genere e l’equità economica di tutti".