“È positivo che la Commissione europea abbia definito una rivisitazione della strategia industriale dell’Unione europea alla luce dei pesantissimi effetti della crisi prodotta dal virus all’industria europea”. Il plauso alla decisione assunta dal governo dell’Unione arriva dalla Cgil, con le parole del segretario confederale Emilio Miceli e del coordinatore della Consulta industriale, Fausto Durante, che motivano il loro apprezzamento con la necessità di aggiornare una strategia - delineata a marzo 2020 - oramai superata dalla lunga pandemia.

“L'attività industriale in Europa è stata gravemente colpita da blocchi dell'attività produttiva - rilevano -, determinando conseguenze severe per la tenuta dell’apparato industriale, i livelli di reddito e di tenuta occupazionale. Il trend degli ultimi mesi sembra stabilizzarsi verso una ripresa che ora va consolidata con una strategia che “interagisca positivamente con gli impegni assunti dall'Europa attraverso il programma Next Generation Eu e con le previsioni degli Stati membri nei rispettivi piani nazionali di ripresa e resilienza, in particolare verso la transizione digitale e la sostenibilità delle produzioni. Ma con un’attenzione anche verso i settori fondamentali dell'industria di base come la siderurgia, la chimica, l'automotive”, segnalano Miceli e Durante.

Una strategia industriale, quella che la Commissione ha aggiornato che, a loro avviso, dovrà puntare “all'autonomia produttiva europea su presidi sanitari e farmaceutici, vaccini, semiconduttori e componenti di microelettronica, tecnologie digitali per la gestione di cloud e dati”. Ma non è tutto “In parallelo andranno aggiornate le norme relative agli aiuti di Stato, alla concorrenza e più in generale al rapporto tra stato e mercato”, dicono infine Miceli e Durante, convinti che le norme esistenti in questi ambiti “non siano più in linea con l'evoluzione dell'economia e del nuovo quadro geopolitico su scala mondiale”.