In Spagna si può. "Lavorare tutti, lavorare meno", vecchio adagio cantato e ripetuto da oltre mezzo secolo in tutta Europa si trasforma in realtà nel Paese della penisola iberica dopo che il governo ha accettato la proposta avanzata dal partito di sinistra Más País.

Una settimana lavorativa di soli quattro giorni per un totale di 32 ore e un progetto pilota da lanciare nelle aziende interessate per testare la sperimentazione. L'annuncio era arrivato già a inizio anno, ora si passa verso la fase più operativa. 

I sostenitori del progetto scommettono che la svolta avrà ripercussioni positive sulla salute dei lavoratori, sulla produttività e anche sugli effetti del cambiamento climatico, elementi che alla luce della pandemia acquisiscono persino nuovo slancio considerato l'aumento delle difficoltà nel conciliare vita privata e lavoro. Dato che viene sottolineato è anche che sebbene la Spagna sia al momento tra i Paesi europei con maggior numero di ore lavorate rispetto alla media, non è tra più produttivi. L'obiettivo quindi deve essere lavorare meglio. 

In realtà, qualcuno ha già iniziato lo scorso anno, senza aspettare il via libera dell'esecutivo. Nella Software Delsol, azienda informatica, infatti, hanno testato già la settimana cortissima registrando una riduzione dell'assenteismo, un aumento della produttività e maggior soddisfazione dei lavoratori. La sperimentazione adesso dovrebbe avere validità triennale e coinvolgere almeno 200 tra piccole e medie imprese. 

Il principale sindacato spagnolo, la Confederación Sindical de Comisiones Obreras, in un recente incontro con il leader di Más País, Iñigo Errejón, ha ricordato come la riduzione delle giornate lavorative sia "una rivendicazione storica del movimento sindacale" e ha evidenzaito come in futuro: "tanto la giornata quanto la distribuzione del tempo di lavoro saranno determinanti per le condizioni di vita e le qualità di impiego dei lavoratori".