La Campagna Sbilanciamoci! ha presentato a Roma la Controfinanziaria 2026 nella sala stampa del Senato:  un’analisi critica e proposte alternative a una legge di bilancio “che non fa crescere il Paese, non prevede investimenti, stanzia solo elemosine per il lavoro e le emergenze sociali”, come ci dice Giulio Marcon, portavoce della Campagna.

“Anche aumentare le spese militari è una scelta sbagliata – prosegue -. Non abbiamo bisogno di una economia di guerra, ma di una economia di pace fondata sui diritti, pace, ambiente. La nostra Controfinanziaria non è un ‘libro de sogni’ ma 111 proposte concrete e dettagliate per un modello di sviluppo nuovo”. 

Gli estensori del testo sottolineano nella presentazione che la legge di bilancio 2026-2028 “è sbagliata, lacunosa e modesta. Più che di una legge di bilancio si tratta di una leggina di bilancio, rinunciataria e senza nessuna ambizione: senza un orizzonte e una prospettiva che vada oltre la tenuta dei conti pubblici, per rispettare i vincoli europei. E invece bisognerebbe occuparsi delle emergenze del nostro Paese: il lavoro, la transizione ecologica, l’istruzione, i salari, i giovani, la politica industriale e tanto altro. Tutto questo è assente nel disegno di legge”.

L’analisi 

La Campagna Sbilanciamoci!, che vede la partecipazione di decine di associazioni elenca tutte le criticità. Qualche esempio: è una legge che condona gli evasori fiscali, aumenta le spese militari, grazia le grandi ricchezze e i grandi patrimoni, fa elemosine sociali invece di affrontare la povertà assoluta in crescita, e le diseguaglianze sono in aumento. Il suo ammontare è di 18,7 miliardi di euro e il suo impatto sulla crescita del Pil nel 2027 è appena dello 0,2%, quasi nulla, nel 2026 “l’impatto stimato è negativo”. Inefficace anche la rimodulazione degli scaglioni Irpef

"La situazione sociale del Paese – scrivono – continua a essere drammatica. Povertà e diseguaglianze, come ci certifica l’Istat, sono in aumento perché si è voluto cancellare il reddito di cittadinanza a favore di bonus e altre misure caritatevoli senza alcun effetto. Ci sono oltre 4 milioni di italiani che rinunciano a curarsi, per motivi economici o per la lunghezza delle liste d’attesa e il finanziamento pubblico della sanità passerà nel 2026 dal 6,1% al 5,9% del Pil”.

Si sottolinea inoltre che la produzione industriale è in calo da due anni e vi sono alcuni settori, come quello dell’automotive, in drammatico calo: “In questa legge di bilancio il fondo automotive è scomparso. L’impegno sulla transizione verde si è via via affievolito”.

Le spese militari

Aumentano le spese militari. “Nella legge di bilancio – spiegano gli autori del rapporto – sono incrementate di 1 miliardo, ma nella relazione alla tabella 2 si dice che, usciti dalla procedura di infrazione nel 2026, la spesa militare aumenterà dello 0,15% del Pil nel 2026, dello 0,30% nel 2027 e dello 0,50% nel 2028: cioè 23-24 miliardi di euro in tre anni. Un’economia di guerra che non fa crescere di certo l’occupazione in Italia”. 

E ancora: “Dal punto di vista economico è un favore a Trump, non ai nostri lavoratori. Con il taglio delle spese in armi si possono trovare risorse per fare le politiche che servono. Abbiamo bisogno di meno soldati e più infermieri, di meno spolette per le bombe a mano e più apparecchiature per fare la Tac”.

Bisogni negati

Per la Campagna Sbilanciamoci! sono “troppo poche le risorse in legge di bilancio per assumere infermieri e medici: con quelle risorse si copre solo un terzo del fabbisogno. Abbiamo bisogno di una vera politica industriale per la transizione. Per il trasporto pubblico locale si azzerano i contributi per la linea C della metropolitana di Roma e si tagliano i trasferimenti agli enti locali. Poiché questo è un governo contrassegnato dal negazionismo climatico, si azzoppa la transizione verde, facendo mancare investimenti e risorse alle politiche necessarie”.

"Qualche malizioso – proseguono gli estensori – dice che questa legge di bilancio così modesta è propedeutica a una legge di bilancio (quella del 2027) all’insegna del debito, elettoralistica, per oliare i meccanismi del consenso delle prossime politiche. Speriamo non sia così: rischiamo di galleggiare ancora per un anno, ma intanto le cose peggiorano. Peggiorano la povertà e le diseguaglianze, peggiora il nostro sistema industriale, peggiora il nostro Sistema Sanitario Nazionale, peggiora l’istruzione pubblica e tanto altro”. 

Le proposte

Dopo la parte destruens, si passa alla costruens con 111 proposte per un’Italia capace di futuro. Con il rapporto Come usare la spesa pubblica per i diritti, la pace, l’ambiente si delinea una manovra alternativa a saldo zero, articolata in sette aree chiave di analisi e intervento. Dal fisco agli enti locali, dalle politiche industriali al lavoro, dal reddito alla previdenza, dall’istruzione e la cultura all’ambiente, dal welfare all’altraeconomia, passando per la pace e la cooperazione internazionale: proposte concrete, puntuali e praticabili da subito per cambiare il Paese nel segno della giustizia economica, ambientale e sociale.