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Ci risiamo. Dopo la contestazione alla riprogrammazione del Fesr, il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale,
anche la riprogrammazione del Pr- Fse Sicilia (Fondo sociale europeo) viene bocciato dalla Cgil regionale che annuncia iniziative di mobilitazione. Il sindacato denuncia che “si continua a distrarre risorse che dovrebbero essere indirizzate a dare risposte ai bisogni dei siciliani e a colmare i divari esistenti, finalità del Fse”. Per il segretario generale regionale, Alfio Mannino, e il componente di segreteria, Francesco
Lucchesi, “nel momento in cui si programma formazione per l’industria della difesa, ci chiediamo cosa bolla in pentola, visto che la misura non trova riscontro nell’attuale tessuto produttivo. È lecito anche chiedersi in che mani finiranno queste risorse”.
Le due azioni di riprogrammazione contestate dalla Cgil Sicilia
La parte della proposta di riprogrammazione che il sindacato contesta è nell’ambito della priorità 7 Prontezza con due azioni che riguardano alta formazione e ricerca e istruzione, per uno stanziamento complessivo di più di 25 milioni, e che parlano esplicitamente di “industria della difesa”. La prima azione viene così descritta: “Rafforzamento di percorsi formativi che riguarda il ‘rafforzamento di percorsi formativi di eccellenza, universitari e post universitari (master di 1 e di II livello, MBA) e di alta formazione e ricerca, destinate all’accrescimento delle competenze nell’ambito dell’industria della difesa, incluso il duplice uso, e nella sicurezza informatica”. La seconda azione di “formazione permanente”, prevede “formazione e aggiornamento professionale dei lavoratori per il sostegno allo sviluppo, incluso il duplice uso, nell’industria della difesa e nella sicurezza informatica”.
In una nota inviata all’assessorato dell’istruzione e della formazione professionale e al partenariato sociale, la Cgil rileva “che la nuova priorità indicata va contro i principi ispiratori dei programmi di coesione, che devono essere destinati esclusivamente a ridurre le differenze territoriali tra Nord e Sud Europa. Soprattutto quelli legati ai temi della formazione e dell’istruzione”. La Cgil esplicita il pericolo di aprire “varchi di questo genere, che potrebbero in future programmazioni impegnare risorse anche più cospicue”.
“Il nostro parere negativo è scontato – dicono Mannino e Lucchesi – e poggia anche sulla nostra contrarietà all’ingresso del Paese e della regione in una economia di guerra che può solo farci arretrare sul piano sociale e dei diritti”.
Cgil Sicilia, associazioni e movimenti si mobilitano: manifestazione a Palermo martedì 14 ottobre ore 16
Manifestazione martedì pomeriggio, 14 ottobre, alle 16 davanti palazzo d’Orleans, sede del governo regionale per chiedere che si investa su istruzione, sanità e trasporti piuttosto che sulla difesa su cui il governo regionale “vuole buttare – si legge nella nota – 280 milioni di euro”, con la riprogrammazione del Fesr e del Fse. L’iniziativa è promossa unitariamente dalla Cgil Sicilia e da associazioni e movimenti che hanno organizzato e animato in questi mesi la mobilitazione per la pace e contro l’economia di guerra. Non vorremmo – scrivono in una nota gli organizzatori dell’iniziativa di martedì prossimo – che passo dopo passo la Sicilia diventasse una piattaforma militare, non è questa la nostra idea di sviluppo e quella dei siciliani”.