Incontro oggi (venerdì 10 ottobre) a Roma, presso il ministero delle Imprese, sulla situazione della Iveco Defence. “Abbiamo criticato fortemente - dicono il segretario nazionale Fiom Cgil Samuele Lodi e il coordinatore nazionale automotive Fiom Cgil Maurizio Oreggia - la scelta di dividere e separare su tavoli distinti un confronto che riguarda tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori, escludendo quindi oggi la discussione sul futuro della divisione civile del gruppo”.

I due esponenti sindacali rilevano che “si conferma il disimpegno del gruppo Exor dall’Italia, che attraverso quest’operazione realizza profitti - così come è avvenuto anche nei precedenti casi di Marelli e Comau - che non vengono reinvestiti negli asset industriali strategici per il nostro Paese”.

Lodi e Oreggia ribadiscono che “quello che accadrà riguarda le lavoratrici e i lavoratori, anche quelli somministrati, che devono essere stabilizzati, così come tutti quelli impegnati nelle forniture. È necessario comprendere quali atti concreti, sia il governo sia l’azienda, metteranno a garanzia non solo per quanto riguarda la tenuta occupazionale dei lavoratori diretti, ma anche il futuro sviluppo di una realtà che continua a essere strategica e che rischia di mettere in discussione l’intera filiera della componentistica”.

Riguardo la divisione civile di Iveco, per la Fiom “dovrà avere una garanzia pubblica determinata dall’ingresso nell’assetto societario o di una controllata pubblica o direttamente di Invitalia e Cassa depositi e prestiti. Inoltre, in un’ottica di rafforzamento e di ripristino di un’azione contrattuale, sarà fondamentale il passaggio al ccnl e all’integrazione con il secondo livello di contrattazione”.

Il ministro Urso ha dichiarato che “incontrerà i rappresentanti di Tata Motors nel mese di ottobre, quindi abbiamo richiesto una convocazione in tempi rapidi per proseguire nel confronto e una calendarizzazione dei successivi incontri”.

Lodi e Oreggia così concludono: “Avvieremo una campagna di assemblee al fine di confrontarci con le lavoratrici e i lavoratori rispetto alle dovute garanzie, sia da parte dell’azienda sia da parte del governo, in assenza delle quali si valuteranno tutte le iniziative necessarie”.