Il Pnrr da strumento che avrebbe dovuto favorire coesione sociale e territoriale rischia di trasformarsi nell’ennesima beffa soprattutto per le regioni e i cittadini e le cittadine del Mezzogiorno.

Nella cosiddetta rimodulazione in Puglia sono state tagliate opere per 900 milioni, da aree verdi a recupero del patrimonio urbanistico a messa in sicurezza territorio. Alcune anche già assegnate dai Comuni e pronte a partire, quindi nessun ritardo. E non ci tranquillizza affatto il possibile rifinanziamento con i fondi FSC. Perché si tradurrebbe in ultima istanza in una forte riduzione delle risorse assegnate al Mezzogiorno, che invece di essere aggiuntive diventano sostitutive.

Ma per le norme emanate dal Governo limiterebbero gli interventi delle Regioni, destinatarie dei finanziamenti del Fondo Sviluppo e Coesione, su materie quali inclusione sociale, politiche attive del lavoro, cultura. La verità è che questo Governo ha smania accentratrice, è interessato soltanto alla gestione diretta delle risorse. Lo dimostra anche la trasformazione delle Zes in un’unica area per il Mezzogiorno quando le realtà sul territorio erano già operative e stavano attirando milioni di investimenti privati.

Chissà perché per l’autonomia differenziata si intende cedere quote di sovranità statale su materie delicate e se si tratta del Mezzogiorno si accentra e si avviliscono le autonomie locali. Si parla di transizione energetica e si blocca il processo di decarbonizzazione dell’Ilva? Questo Governo naviga alla cieca e rischia di fare un enorme danno non solo al Sud ma a tutto il Paese.

Gigia Bucci è segretaria generale della Cgil Puglia