Si è arrivati all’antivigilia di Natale, ma alla fine il risultato positivo è giunto con la firma del governo e delle organizzazioni sociali più rappresentative, tra queste Cgil Cisl e Uil, in calce al “Protocollo”. È il testo che regolamenta come i diversi soggetti sociali partecipano all'elaborazione e al “governo” delle risorse e dei conseguenti progetti di Next generation Eu. E già la stesura del Protocollo è un vero e proprio successo delle tre confederazioni, che avevano unitariamente sottoposto all’attenzione dell’esecutivo e del Parlamento un emendamento al decreto legge del 31 maggio 2021 sulla governance del Pnrr.

Dissero allora Cgil Cisl e Uil che i rappresentanti del lavoro, e anche delle imprese, non potevano non essere coinvolti nel progetto e nel processo di rilancio e ammodernamento del Paese che le risorse europee consentono. Non solo, non ci sarà ripresa senza il lavoro e questo – quindi - non può essere escluso. Ecco allora l’emendamento poi recepito da Camera e Senato al momento di convertire in legge il decreto. Peraltro è la stessa Europa che suggeriva il coinvolgimento dei diversi attori sociali. Il regolamento del Parlamento e del Consiglio n. 2021/241 stabilisce che i piani nazionali di attuazione di Next generation Eu prevedano: “Una sintesi del processo di consultazione, condotto conformemente al quadro giuridico nazionale, delle autorità locali e regionali, delle parti sociali, delle organizzazioni della società civile, delle organizzazioni giovanili e di altri portatori di interessi”.

Dalla approvazione della legge sulla governance - luglio scorso - alla sigla del protocollo sono passati alcuni mesi, ma ciò che conta è il risultato. Dice Gianna Fracassi, vice segretaria generale della Cgil: “Abbiamo sempre chiesto, a partire dai documenti presentati in Parlamento e al governo, che il confronto con le organizzazioni sindacali sul Pnrr non fosse episodico o eventuale. Per questo nella legge sulla governance era necessaria fissare tale ruolo a tutti i livelli, per questo Cgil, Cisl e Uil si sono assunti la responsabilità di presentare quell’emendamento”

Il cuore del Protocollo è proprio questo: il confronto con i sindacati non è meramente consultivo o episodico, è preventivo e reale e deve seguire tutto il processo che porta a definire progetti e relativi stanziamenti. Obiettivo mettere a terra i contenuti delle sei missioni del Pnrr, dalla transizione ecologica a quella digitale, della salute all’istruzione e alle infrastrutture, per fare solo degli esempi. E questo vale a livello nazionale ma anche, forse più importante, a livello regionale e degli enti locali. Come si realizzerà il confronto? Attraverso tavoli, dice il Protocollo, che dovranno essere collocati nei singoli ministeri titolari di missioni e progetti, in ogni Regione e in ogni Comune e dovranno essere convocati con regolarità.

“Il Protocollo è importante - aggiunge Fracassi -, perché in primo luogo istituzionalizza i tavoli di confronto a tutti i livelli: nazionale, regionale e comunale. In secondo luogo perché viene stabilito che il confronto dovrà essere preventivo, su investimenti e riforme con ricaduta diretta o indiretta sulle condizioni di lavoro e sull’occupazione. In terzo luogo perché il confronto si deve aprire anche sulle filiere e sugli obiettivi trasversali: questo è molto importante soprattutto per le categorie”.

La legge c’è, il Protocollo è stato firmato, ora non manca che istituire concretamente a tutti i livelli i tavoli e cominciare rapidamente a lavorare. Devono farlo il governo e le istituzioni locali, ma anche al sindacato spetta una responsabilità particolare.

“Da parte nostra - riflette la dirigente sindacale - c’è il dovere di costruzione delle piattaforme di contrattazione, a tutti i livelli, per lo sviluppo del territorio e avviare una stagione negoziale sulle risorse e sulle scelte e per l’occupazione. Sappiamo che il 2022 sarà strategico per il Pnrr e per l’avvio degli investimenti, in prospettiva che i prossimi cinque anni saranno condizionati dalle risorse europee e dalle scelte che il nostro Paese riuscirà a fare”.

La partecipazione e il ruolo del sindacato - conclude Fracassi - sarà centrale per garantire che gli obiettivi siano coniugati con la tutela e la creazione dell’occupazione. Per questo avere uno strumento che rafforza il nostro ruolo è importante. Infine, questo è un risultato dell’azione unitaria di Cgil, Cisl e Uil che credo consolidi il ruolo del sindacato confederale nel nostro Paese”.