Mentre oltre oceano Biden propone di tassare le multinazionali e regolare il mercato, il governo italiano sembra andare in un’altra direzione. Proprio oggi il ministro dell'Innovazione Tecnologica, Vittorio Colao, ha affermato, in occasione del webinar Il Piano - L’economia della prossima generazione trasmesso oggi dalle testate del gruppo Caltagirone Editore, che “la concorrenza tra una pluralità di soggetti” porterà la banda larga a tutta la cittadinanza.

Indicazione sbagliata, secondo Fabrizio Solari, segretario generale della Slc Cgil che afferma: “Il risultato di 20 anni di libero mercato è quello ben descritto dal presidente Draghi nella premessa al Pnrr: stando ai dati ivi riportati, al passato ventennio liberista si deve l’attuale 25° posto in Europa che l’Italia occupa in quanto a tasso di digitalizzazione. Il fatto che un ministro oggi pensi che i soldi pubblici del Pnrr possano essere ancora affidati a soggetti privati in regime di reciproca concorrenza per rimediare a questa situazione ha dell’inverosimile”.

Quello alla connessione, tanto più se davvero internet diventerà la via principale per dialogare con la Pubblica amministrazione, e alla connessione veloce non può che essere considerato come un diritto universale da garantire a tutti i cittadini e le cittadine e come tale deve essere garantito dallo Stato ed allora, aggiunge Solari: “Il mercato va regolato anche attraverso le scelte di politica industriale del governo, come d’altronde avviene nel resto d’Europa. Il nostro Paese non può essere solo una piazza accogliente per gli affari delle multinazionali.

Per realizzare il Pnrr serve che in Italia, nelle Tlc come in molti altri settori,  - conclude il dirigente sindacale - si favorisca la crescita di campioni nazionali che possano fare alleanze sovranazionali e competere nei mercati globali.