Non ci sono denari per nuove politiche di accoglienza dei migranti nella seconda legge di Bilancio del governo Meloni, perché non sono previste misure che se ne occupino. Questo nonostante i ripetuti appelli di associazioni e sindacato a concentrare le forze sul modo nel quale l’Italia affronta i nuovi arrivi e gestisce le presenze già esistenti, non solamente attraverso un’impostazione securitaria, ma soprattutto con l’attenzione dovuta alle vite dei migranti e al loro collocamento e integrazione nella nostra società.

La Cgil, nell’esaminare il testo della manovra, rileva che l’esecutivo si limita a rifinanziare solamente le misure urgenti come il fondo da 46,859 milioni di euro costituito con un precedente decreto per dare sostegno ai comuni in materia di accoglienza e che riguarda anche i minori non accompagnati.

Bene che il governo si prefigga di potenziare l’attività di prevenzione e assistenza sanitaria e sociosanitaria per coloro che si trovano in condizioni di vulnerabilità, ma per farlo servono risorse e non spiccioli. Quanto invece previsto dalla manovra a favore dell’Istituto per la promozione della salute dei migranti per tale potenziamento è una quota molto scarsa e insufficiente a finanziare l’insieme delle attività e delle competenze in capo all’Istituto stesso.

C’è poi l’idea di fondo, ci sono le intenzioni che muovono le politiche migratorie di questo governo e che sono confermate anche nella legge di bilancio, vale a dire l’attuazione delle misure di rimpatrio che si concretizza con la destinazione a queste procedure dell’intero ammontare dei contributi versati dai migranti per il rilascio dei permessi di soggiorno. “Una volontà – scrive la Cgil – già ampiamente dimostrata con i provvedimenti che si sono susseguiti nel corso di quest’anno e in modo particolare con il decreto di settembre che potenzia e cambia le norme dei Centri per il rimpatrio.

Sono infatti i Cpr il vero pallino del governo, tanto che i fondi per aprirne due in Albania, esternalizzando le frontiere, sono stati trovati da palazzo Chigi senza nemmeno un lamento.