“Il Tribunale di Milano, con sentenza del 3 febbraio scorso ha condannato la Sirti Energia a riassumere con contratto a tempo indeterminato i quattro lavoratori a cui l’azienda, durante la fase della pandemia, non aveva rinnovato i contratti a termine, a nostro parere in quanto questi lavoratori erano iscritti alla Fiom e avevano rivendicato, attraverso il sindacato, i propri diritti, quali l’indennità di mensa, lo straordinario e la trasferta”. A dirlo sono Barbara Tibaldi (segretaria nazionale Fiom e responsabile del settore installazioni d’impianti) e Rosita Galdiero (coordinatrice gruppo Sirti per Fiom nazionale).

“Nell’impugnare questi contratti a termine – spiegano le due dirigenti sindacali – avevamo sostenuto che la loro sottoscrizione fosse illegittima anche in violazione dell’art. 20 del d.lgs. 81/2015, chiedendo quindi il riconoscimento del rapporto di lavoro a tempo indeterminato, con decorrenza dalla data di inizio del primo contratto”.

La suddetta norma prevede, tra le altre cose, che “l’apposizione di un termine alla durata di un contratto di lavoro subordinato non è ammessa da parte dei datori di lavoro che non hanno effettuato la valutazione dei rischi, in applicazione della normativa di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori e che, in caso di violazione, il contratto si trasforma in contratto a tempo indeterminato”.

Nel caso in questione, concludono Tibaldi e Galdiero, Sirti Energia “non ha provveduto, prima dell’assunzione dei lavoratori, all’elaborazione del Documento di valutazione rischi (Dvr) relativo all’unità produttiva di Roma, effettiva e reale sede di lavoro assegnata ai lavoratori. Con questa motivazione il giudice del Lavoro ha dato ragione a noi e ai lavoratori che vedranno così riconosciuti tutti i loro diritti, alla pari dei colleghi che svolgono le loro stesse mansioni e con il riconoscimento di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato”.