Tra le sue ultime creazioni c’è AstroSamantha, che alla domanda su chi si occuperà dei suoi figli mentre è nello spazio, risponde: “Non c’è spazio più piccolo di un cervello maschilista”. Tiziano Riverso racconta così, con le sue vignette, il tema della “Parità e diritti delle donne sul lavoro da Luana D'Orazio ad AstroSamantha". Una mostra itinerante, inaugurata a Torino in occasione della Festa della mamma, e ora in giro per l’Italia. Si tratta della prima di una serie d'iniziative pensate dall’Associazione Sicurezza e Lavoro all’interno del progetto “Comics at work”.

Partendo dal presupposto che il fumetto non è solo divertimento e intrattenimento fine a se stesso, ma può anche essere uno strumento d'informazione, formazione e denuncia, Sicurezza e Lavoro propone il progetto per affrontare – attraverso vignette e disegni – le varie tematiche che riguardano il mondo del lavoro: salute, sicurezza, diritti, pari opportunità, mobbing, caporalato, occupazione e tanto altro ancora. Con il coinvolgimento di artisti affermati e di talenti emergenti, le vignette sul lavoro verranno raccolte per la prima volta in un grande archivio online. Verranno inoltre organizzati un concorso aperto a disegnatori e disegnatrici di ogni età, mostre, interventi nelle scuole e workshop.

Tiziano Riverso, la mostra "Parità e diritti delle donne sul lavoro da Luana D'Orazio ad AstroSamantha" va dal dramma delle morti sul lavoro a un altro dramma (semiserio), ovvero il persistente pregiudizio nei confronti delle madri lavoratrici. Come hai sviluppato questo progetto? 
Se fai il mio mestiere devi avere sempre un occhio su quello che succede, il tema trattato ovviamente mi colpisce, anche perché oltre alla collaborazione con Sicurezza e Lavoro, negli anni precedenti ho illustrato il libro sul “Mobbing” di Sergio Negri, in cui la maggior parte degli episodi riguardano le donne, e subito dopo il libro di Luana Valle e Alice Merlo "Dal focolare alle stelle”, che tratta di temi prettamente al femminile e apre un dibattito sulle differenze politiche sociali e culturali di questa società al maschile. Non da ultimo gli episodi di morti sul lavoro che, pur non avendo sesso, funestano sia le vittime che i famigliari. Io ci credo nella contro informazione.

Ti occupi spesso di disegnare/ironizzare sul mondo del lavoro. Come lo racconteresti, oggi, potendo scegliere una sola tra le tue vignette dedicate a questo tema? 
Il mondo del lavoro ci riguarda tutti, oggi lo rappresenterei con un foglio bianco, e un grande Boh! Troppo poco interesse collettivo, poche prospettive per i giovani, e la scarsità di prevenzione, rendono difficile la solidarietà. Una volta c'era la classe operaia, oggi un edonismo nocivo.

Nel tuo percorso artistico hai collaborato e collabori spesso con la Cgil. Com'è nato questo sodalizio? Il linguaggio del fumetto, per la sua stessa natura intrinseca, può aiutare il sindacato a fare arrivare alcune tematiche in maniera più immediata, fuori dal cosiddetto "sindacalese", per dirlo con una battuta…
Il mio curriculum è pieno di collaborazioni con la Cgil, a partire dal Centenario e molte altre campagne sindacali, dal diritto allo studio permanente, ai congressi nazionali e locali, non li elenco perché sono tanti. In una battuta vorrei che il sindacato, nonostante le difficoltà, tornasse a essere il protagonista, e si occupasse con più autorità e celerità delle nuove figure lavorative, sganciandosi completamente dai partiti. Linguaggi come il fumetto e la satira hanno sempre avuto molto ascolto, continuare quindi.

 

Tu sei anche da sempre impegnato nel sindacato dei fumettisti. Da un punto di vista professionale è un contesto ancora estremamente precario, in cui è difficile farsi strada, sentirsi riconosciuti e tutelati.
Il sindacato fumettisti è confluito in più ampio crogiolo di sindacato delle arti. Vorrei che ritornasse nelle sedi opportune: fiere, studi, case editrici.

Il fumetto è, per eccellenza, l'arte del "less is more". Come si costruisce una vignetta ben riuscita?  
Vignette e fumetti da secoli sono una forma di comunicazione immediata e trasversale, la vignetta ben riuscita è quella che crea dibattito e consenso. Anni fa una mia vignetta sull'articolo 18 venne usata in maniera massiccia per la grande manifestazione dei tre milioni di lavoratori a Roma e non solo.

Dalle vignette sui quotidiani ai social, il linguaggio dei fumetti è intramontabile. E poi le graphic novel, che sono sempre più un modo per avvicinarsi alla lettura e approcciare l'attualità ma anche il racconto di finzione. E poi ancora, le serie tv. Che ne pensi di questa nuova generazione di colleghi?
Il fumetto, che prima veniva considerato lettura d'evasione, oggi ha raggiunto pari dignità con la letteratura, trattando grandi temi. Io stesso quest'anno insieme alla scrittrice genovese Chiara Daino ho realizzato un libro dedicato a Pasolini. Sui social mi riservo di rispondere, non sono così certo dell'utilità benché li usi. Il mondo della creatività letteraria disegnata, raccontata e filmata merita rispetto e attenzione. Le giovani generazioni? Ben vengano perché portano una ventata d'aria fresca in un circolo ristretto, naturalmente la cosa necessaria è la tutela dei diritti dei giovani.

Un autore dissacrante, satirico e libero come te avrà dovuto affrontare anche le sue querele. Qual è la più assurda che ti è capitata (se ce n'è una)? 
Nella mia carriera ho ricevuto una ventina di querele, soprattutto dal mondo della politica, alcuni mi querelavano e poi mi chiedevano l'originale della vignetta incriminata autografata, altri mi chiamavano per sapere perché non li prendevo di mira, si sentivano sminuiti. Non c'è una querela migliore o peggiore. Me ne ricordo una in cui il querelante mi chiese una cifra spropositata per i tempi, perché avevo leso la sua dignità, tra l'altro la vignetta era veramente all'acqua di rose. Comunque se ti querela si fa pubblicità, mentre io vado a processo.