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Si riaprono i cancelli delle scuole pubbliche italiane, con i soliti problemi e qualche novità. Tra queste, oltre alle discutibili modifiche a un esame di maturità che tante polemiche ha suscitato durante l’estate, le Nuove indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione per il 2025, dal prossimo anno in vigore anche per la secondaria di primo e secondo grado.
Proprio delle nuove indicazioni si occupa il libro Credere, obbedire insegnare (Erickson, pp. 207, euro 16,50), che come il sottotitolo specifica raccoglie alcune voci critiche rispetto al testo voluto dal ministro Giuseppe Valditara; tra queste Lorenza Alessandri, Fabio Bocci, Ivano Colombo, Cristiano Corsini, Simona D’Alessio, Italo Fiorin, Nicola Fonzo, Vera Gheno, Irene Gianeselli, Simone Giusti, Franco Lorenzoni, Giuditta Matucci, Valentina Migliarini, Marianna Piccioli, Luca Raina, Giuseppe Vadalà.
Abbiamo rivolto alcune domande al curatore del volume, il professor Dario Ianes, già ordinario di Pedagogia e didattica dell’inclusione all’Università di Bolzano, cofondatore del Centro Studi Erickson di Trento.
Nella prima parte del libro, le Nuove indicazioni nazionali del Ministro Valditara vengono confrontate quelle del 2012. Come mai questa scelta?
Nasce dal fatto che quelle del 2012 erano estremamente interessanti, avanzate, direi visionarie, con un background culturale scientifico completamente diverso. Quando abbiamo ascoltato gli annunci del ministro Valditara ci siamo attivati come gruppo di colleghi, insegnanti, dirigenti, subito con l’idea di uscire con un libro critico rispetto ai contenuti proposti.
Il volume è strutturato attraverso interventi di varie personalità professionali, che descrivono nel complesso un quadro piuttosto critico. In che modo è stato coordinato il lavoro rispetto ai contenuti proposti?
In maniera del tutto libera. Abbiamo c hiesto semplicemente di scrivere qualcosa riguardo temi che potevano aver maggiormente colpito, e senza metterci d’accordo ne è venuto fuori un ragionamento non solo in opposizione; tra le pagine si nota in maniera evidente la presenza di vari aspetti che dialogano benissimo insieme l’uno con l’altro.
Nel suo intervento viene scritto: “Leggendo le Nuove indicazioni 2025 mi colpisce una «passione triste», per dirla come Benasayag, o meglio un groviglio di passioni tristi: la paura, la sfiducia e quella «prudenza» che rattrappisce lo sguardo lontano, vitale, desideroso del futuro, che restringe il respiro e affanna sulla difensiva il pensiero”…
Leggendo il testo, lasciandomi impressionare anche emotivamente da quanto scritto, ne ho ricavato una paura da parte proprio di chi l’ha scritto, paura di apertura, paura di futuro. Una paura dominante da cui, per contro, deriva un’azione di controllo, di regolazione impositiva, per il timore di fenomeni quali l’immigrazione ma anche di un pensiero critico, della testa ben fatta. Timore dell’altro, dell’altra, della storia degli altri, come quando si scrive di non mettere a confronto gli studenti con le fonti, perché possono farsi strane idee. Le parole sono lì, e parlano di un irrigidimento autoritario. Ecco, sono questi alcuni degli aspetti che ho cercato di mettere in luce. Mi viene in mente un’insegnante di una scuola di Matera, che qualche tempo fa mi ha fatto vedere un registro di classe del 1929: le letture consigliate erano quelle che si ritrovano, un secolo dopo, nelle indicazioni nazionali di oggi.
In questo quadro, con quali prospettive si apre il nuovo anno scolastico?
Si apre con una parte di docenti che pensa di ignorare queste nuove Indicazioni nazionali, ma non credo sia l’atteggiamento giusto: bisogna discuterle, dibatterle, metterle a confronto e lavorarci sopra, non derubricarle. Un’operazione culturale importante.
Le prime osservazioni dalle segreterie scolastiche parlano anche per quest’anno di circa 250.000 precari che presteranno servizio, a basso costo, mentre i vincitori di concorso attendono…
Una realtà allucinante e incomprensibile. Se venisse un marziano a vedere come si reclutano i docenti italiani, nessuno sarebbe in grado di spiegarglielo. Ci troviamo di fronte a una situazione complessa, stratificata, ingarbugliata; non ci sono certezze, né un percorso riconoscibile, soprattutto per le assunzioni nella scuola secondaria di primo e secondo grado.
Che tipo di riscontro sta suscitando la diffusione del libro?
Il fatto di averlo scritto subito, di essere arrivati prima a trattare certi temi, ha agevolato molto la discussione intorno a questo testo, tra incontri pubblici e mondo della scuola. Una discussione che deve continuare, e rimanere aperta.