C’è una storia di donne e lavoro che arriva dal profondo Sud, iniziata agli albori dello scorso secolo, e che oggi arriva sino a noi grazie a questo libro dal titolo Gelsominaie. Storie di donne, lotte, fiori e profumi, (Lombardo edizioni, pp. 236, euro 20), curato da Santì La Rosa e Venera Tomarchio. Un libro che, come scrive nella sua introduzione Livia Turco, “racconta in modo toccante storie di donne, bambine, giovani e adulte che subirono lo sfruttamento di un lavoro considerato minore, il lavoro nei campi, il più sfruttato di tutti, compiuto da un soggetto considerato inferiore: le donne”.

Ecco perché già dalla prima pagina si fa riferimento ad Angela Lanza, “fondatrice, presidente e coordinatrice del gruppo “Archivia-donne in relazione” di Palermo”, ci racconta Venera Tomarchio. “Tra i progetti rientrava anche questa ricerca, insieme ad altre donne che hanno chiesto di partecipare, anche non siciliane; dopo questo lavoro, sono entrata anch’io a far parte di questa realtà. Ed è stata proprio Angela a suggerirmi una ricerca sulle Gelsominaie. Da qui il riferimento di Pippo Oddo, che molto ha partecipato alla scrittura del libro, su cui ho lavorato insieme a Santì La Rosa, figlio del sindacalista Tindaro La Rosa e di una grande donna, Eliana Giorli”.

Una ricerca che l’ha condotta a Milazzo, dove ha incontrato e parlato con molte persone, materiale da cui è nata l’idea di una narrazione non soltanto al maschile “perché la madre di Santi, Eliana Giorli, meno conosciuta, ha fatto tante cose importanti”. Arrivata in Sicilia dalla Toscana, ex partigiana, è nel corso di questa sua attività politica che Eliana Giorli incontra Tindaro La Rosa. “Sì, e si sono sposati - continua Tomarchio -. Poi, dopo il matrimonio, accade ciò che accadeva sempre nel partito, come nel sindacato: le donne dovevano fare un passo indietro… All’epoca, nel sindacato stesso le donne non appaiono mai, tranne le gelsominaie calabresi, che organizzarono un’assemblea in cui parlavano loro davanti ai dirigenti sindacali tutti maschi, erano rare le donne dirigenti. Ma Eliana Giorli, anche dopo essersi sposata, è rimasta una donna politica, e il suo attivismo è stato determinante, soprattutto per aver parlato tanto di donne e alle donne”.

Quello delle gelsominaie era un lavoro che richiedeva velocità e destrezza, fatto con le mani, con molta cura e un’attenzione soprattutto a non schiacciare il fiore, così da ottenere gli ingredienti naturali per i profumi al gelsomino. Ecco perché, prosegue Venera Tomarchio, “in questo libro ho cercato di evidenziare in particolare due cose importanti: parlare in modo diverso delle gelsominaie, una storia femminile raccontata al femminile, e far emergere la figura di Eliana Giorli nella sua dimensione politica”. C’è poi un elemento di carattere specificamente territoriale da rilevare: il gelsomino è un fiore tipico della Sicilia, e del resto del bacino del mediterraneo, dal nord Africa al Sud della Spagna. Un fiore, dunque, che unisce, non solo simbolicamente, i popoli del Mediterraneo.

Il libro è composto anche di un corposo materiale fotografico, ricavato non soltanto dall’archivio storico di Reggio Calabria, ma anche grazie all’aiuto della Cgil Milazzo e della famiglia La Rosa, che ha ottenuto in virtù di una lunga amicizia con una figlia di una delle famiglie proprietarie dei campi di gelosomino del tempo illustrazioni rare e preziose. “D’altro canto, come è naturale - conclude Tomarchio -, più si approfondisce la ricerca e più si ha bisogno di altro, andando in varie direzioni. Ad esempio attraverso le bolle di spedizione, molte delle quali portavano verso la Francia. Da lì mi sono chiesta: possibile non ci siano spedizioni anche interne, in altre zone dell’Italia? Così ho scoperto Parma, e mi sono imbattuta in Renata Gorreri e le sua storytelling sulle ultime lavoranti, ancora viventi, dei profumi Schubert, un logo di nicchia. Ma è stato bello fare ricerca anche sulla profumeria, un mondo per me completamente nuovo”.

Ci sono altre produzioni in Sicilia oltre Milazzo, in particolare nelle province di Avola, Siracusa, Ispica; e i gelsomini in Sicilia vengono ancora utilizzati anche nella gastronomia per le granite, i sorbetti, o il famoso cioccolato di Modica all’essenza di gelsomino, piccole cialde in sacchetti dal prezzo elevatissimo. Ma come legge questa storia l’altro curatore, Santì La Rosa, figlio di Tindaro ed Eliana?

“La leggo come una congiuntura tra donne e sindacato. Mio padre nel 1946 aveva 21 anni ed era già segretario di Conferterra. Poi i suoi incarichi si sono succeduti anche nella Cgil e nel Pci. Come mi è capitato di raccontare in altre presentazioni del libro, questa non è la storia solo delle glesominaie ma una storia di Cgil, di lotte terriere, dalla ripartizione del mosto al periodo dell’industrializzazione”. Una storia della Cgil che ha ricevuto l’attenzione dello stesso Giuseppe Di Vittorio, testimoniata dal biglietto di ringraziamento che inviò per queste donne lavoratrici e lottatrici, in un periodo “che ancora poteva dirsi feudale, dove i padroni la facevano veramente da padroni, e costringevano le donne lavoratrici anche a fare le pulizie e i raccolti nelle loro case, o di altri signorotti”.

La svolta fu lo spezzarsi del latifondismo, sino ad allora in mano a pochi, procedendo verso l’industrializzazione. Oggi in quelle stesse zone esiste un fiorente vivaismo grazie anche a quel frazionamento; e non potendo dominare come un tempo dopo aver venduto i terreni, acquistati da piccoli contadini, si è data vita a una fonte portante per l’intero territorio.

“Questa storia - conclude Santì La Rosa - secondo me è e deve far parte della storia della Cgil, per mostrare come il sindacato sia sempre stato vicino ai più deboli, vicino alle forme di lotta più difficili: non è un caso che le gelsominaie, nel tempo, siano state paragonate alla mondine. Queste lotte sono state prese ad esempio da altre lotte, come in Calabria, o in Puglia, ed esportate per dare coraggio e forza a diverse realtà lavorative”.

Sarà la segretaria confederale della Cgil Francesca Re David a intervenire alla presentazione del volume, che si terrà lunedì 6 ottobre, alle ore 17, presso la Sala Santi della sede Cgil Nazionale. L’iniziativa verrà trasmessa in diretta su Collettiva.it.