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Cinque film, cinque temi, cinque sguardi sul lavoro: una playlist di titoli da vedere o rivedere nel giorno della Festa dei lavoratori. Tutti diversi tra loro, tra passato e presente, per aprire gli occhi e riflettere: perché il cinema è anche una presa di coscienza.
Sorry We Missed You di Ken Loach (2019)
L'odissea quotidiana di un mestiere dell’oggi: il corriere. Consegne dalla mattina alla sera, corse per recapitare un pacco, rapporti famigliari che si incartano. Dalla cinepresa di un maestro, il maggiore cineasta vivente sul lavoro, ecco un vero e proprio apologo sul nuovo sfruttamento.
La legge del mercato di Stéphane Brizé (2015)
Thierry viene licenziato a 51 anni, si trova in disoccupazione e finisce a fare da sorvegliante in un supermercato: deve sanzionare chi ruba per mangiare. Un grande film sulla guerra tra poveri, scatenata dal precariato contemporaneo.
Full Time Di Eric Gravel (2022)
È stato meno visto questo film francese eppure unico, imprescindibile: è la storia di Julie, mamma single di due figli, che fa le pulizie in un hotel di lusso. Un vero e proprio thriller per arrivare a fine giornata, l’avventura di una lavoratrice madre nel corpo di Laure Calamy.


Smetto quando voglio di Sydney Sibilia (2014)
Lo conoscono (quasi) tutti: i ricercatori precari che si mettono a sintetizzare nuove droghe è ormai un cult. Il primo “precariato movie” cucinato con la ricetta italiana, che è sempre la stessa da settant’anni: la commedia, che ridendo solleva una questione importante.
Riso amaro di Giuseppe De Santis (1949)
C’è sempre bisogno dei classici: il capolavoro con Silvana Mangano, che incrocia neorealismo e noir, rivisto oggi funziona anche come memoria storica della lavoratrici delle risaie. Un affresco memorabile delle mondine.