Torna il Festival delle Migrazioni, che si tiene come sempre a Torino fino al 14 settembre. La settima edizione porta in città oltre trenta eventi in cinque giorni, tra incontri, spettacoli, concerti, laboratori e appuntamenti conviviali, la maggior parte dei quali a ingresso gratuito. Il tema di quest’anno è Il cuore oltre l’ostacolo: un invito a mettere il cuore dove l’orizzonte si restringe, dove la realtà ferisce, dove sembrerebbe più semplice voltarsi.

Il Festival delle Migrazioni è ideato e organizzato dalle compagnie teatrali Almateatro e A.M.A. Factory, con la collaborazione di diverse realtà istituzionali e partner provenienti dal mondo sia del terzo settore che delle imprese. Un evento internazionale diffuso che utilizza teatro, arte, cinema, letteratura e performance partecipate con il pubblico come strumenti privilegiati di coinvolgimento, approfondimento e riflessione. Tutto con l’obiettivo di provare a ragionare e comprendere il fenomeno migratorio, analizzandone la complessità.

“Viviamo un tempo attraversato da guerre, crisi sistemiche e disuguaglianze profonde. - commentano gli organizzatori - I confini si moltiplicano, intere popolazioni vengono spinte ai margini della storia. In questo paesaggio frantumato, vogliamo rilanciare un’idea di umanità che si muove, resiste, immagina. Il cuore oltre l’ostacolo è un gesto politico e poetico: coltivare visioni anche quando il presente sembra cieco. È una chiamata collettiva all’impegno, alla responsabilità, alla solidarietà concreta”.

Tra gli appuntamenti: la rassegna realizzata in collaborazione con l’Associazione Museo Nazionale del Cinema; l’anteprima assoluta dello spettacolo teatrale Ceci n’est pas Omar, in cui Omar Giorgio Makhloufi racconta il viaggio mai fatto in Algeria e il rapporto mancato con la famiglia di origine; i talk, tra cui quello dedicato al rapporto tra la città di Torino e il fenomeno migratorio. E poi molti incontri e laboratori rivolti al pubblico. Tra questi Cartografie, il workshop teatrale di immaginazione geografica collettiva, ideato e condotto da Paola Di Mitri, regista e autrice. Un percorso che intreccia arti teatrali e tecniche cinematografiche, per sviluppare uno sguardo consapevole e critico sul paesaggio che abitano, sui propri vissuti e sugli intrecci tra esperienze migratorie e cambiamenti climatici.