Una scuola di provincia, vicino Roma. L’ultima classe della primaria, quella che una volta si chiamava elementare: sono “Quelli della 5^E”, che così si firmano anche come autori del libro. E un libro, per l’appunto, dal titolo Discorso intorno a un sentimento, pubblicato da Porto Seguro (pp.103, euro 13,90), piccolo ma importante editore indipendente, che oramai da un decennio propone ai suoi lettori titoli che spaziano tra i generi, costruendo nel complesso un catalogo eterogeneo e allo stesso tempo ben riconoscibile.

Lo conferma la pubblicazione di questo volume, frutto del lavoro svolto da un maestro di scuola primaria insieme alla sua classe. Ma come si costruisce un libro dentro le mura di un’aula scolastica? Quali strumenti didattici intervengono? E quale tipo di interazione si stabilisce con alunni e alunne, e tra di loro, per dare senso e corpo a un’attività di scrittura certo non semplice, considerata anche la fascia d’età? Abbiamo rintracciato Carlo Cannella il maestro in questione.

 Questo quanto ci ha raccontato: “L’idea principale è stata quella di discutere la trama capitolo per capitolo, e di affidarne uno a ogni bambino, metodo veloce e semplice ma poco inclusivo, che avrebbe privato di un’esperienza importante i meno propensi alla scrittura. Per evitare questo abbiamo lavorato un pomeriggio alla settimana per lo sviluppo del romanzo discutendone insieme in piccoli gruppi, esercizio di non semplice svolgimento in tempo di covid. Ma tutto ciò che accade nel libro è uscito dalle loro teste: i ragazzi che avevano più difficoltà nella scrittura si sono dedicati alle idee, e quelle migliori sono arrivate proprio da loro. Alla fine di questo percorso mi sento di poter dire che la chiave di tutto sia il ragionamento sul concetto di inclusività”.

Già nell’introduzione la scelta di tornare alle pagine di uno tra i romanzi più belli e amati della letteratura per giovani, I ragazzi della via Pál di Ferenc Molnàr, racconta quali siano stati gli orizzonti di riferimento per la tessitura di una storia che attraverso la figura del suo protagonista e della sua vita fantasiosa (ma non troppo) riesce a cogliere lo spirito del tempo, lo scorrere di anni non certo facili da vivere, con un vago senso profetico (il libro è stato scritto durante lo scorso anno scolastico) che per certi versi spaventa, oltre ad affascinare.

Il protagonista è Leonardo Santamaria, un ragazzo sfregiato in volto e mutilato di un arto, condizione figlia di un incidente occorso da bambino, che lo costringe a sopportare le angherie di buona parte della classe nella quale si ritrova dopo il passaggio dalla scuola primaria alla secondaria di primo grado, quella prima media che implica un processo di crescita a volte troppo rapido, comunque inevitabile, con tutte le conseguenze del caso.

Leonardo però è diverso, e la sua diversità si misura con le provocazioni altrui senza battere egual moneta, anzi riflettendo sul concetto di bontà, sul perdono, lasciandosi guidare dalla comprensione dovuta a chi, per parlare e agire in un certo modo, assolvendo cinicamente al ruolo di “cattivo” senza aver avuto neanche il tempo di esserlo, sta pagando senza saperlo errori altrui che malgrado tutto ancora non gli appartengono, provenienti dal confuso e sempre più barbaro mondo degli adulti.

In questo modo Leonardo cresce e diventa grande, rappresentando un punto di riferimento generazionale in lotta perenne contro le ingiustizie del mondo; un personaggio che in alcuni tratti sembra seguire il profilo di Greta Thunberg e non solo lei, se si pensa a i tanti ragazzi e ragazze che stanno dedicando il proprio impegno al tema dell’ambiente, alla sopravvivenza e salvezza del Pianeta Terra. Chi lo ha immaginato lo descrive così:

"Grazie alla caparbietà con cui perseguiva solo risultati concreti e a un’idea molto precisa di futuro, in poco tempo aveva accumulato proprio fra gli adolescenti un seguito da far invidia a una pop star. E anche se quella fama, da sola, non sarebbe bastata per riformare l’umanità, era pur sempre un’ottima base di partenza per provare a realizzare piccoli e grandi progetti. Ora nessuno sembrava più dare importanza al fatto che la sua faccia fosse orribilmente sfigurata, se c’era qualcosa su cui veniva puntata l’attenzione era semmai la sua capacità di analisi e la profondità del suo pensiero".

Sensibile all’ascolto dei battiti del cuore di ogni natura umana, della Natura, pronto a denunciare e a sfidare con le armi della parola le assurde atrocità del mondo che ci circonda, inevitabilmente Leonardo finirà tra le fauci onnivore del potere costituito, di coloro che le atrocità le generano, e che lo costringeranno a un lungo e terribile isolamento.

Ma Leonardo ora non è più solo, e la peggiore involuzione della storia, della realtà più bieca e orripilante, può essere fermata e modificata da altre forze, finalmente unite verso un unico obiettivo, quello della pace comune, una pace che non sia appannaggio soltanto di quella parte di mondo dove prospera ricchezza e benessere, quanto un modello di convivenza diffuso, articolato nel quotidiano, nel quale l’apparenza e il lusso non rappresentino la chimera da raggiungere a ogni costo perché ormai vissute come qualcosa di inutile e superfluo, in luogo di priorità più vicine a noi e al nostro modo di essere umani. Di esseri viventi.

Ecco allora il valore di questo libro, di questo progetto didattico portato avanti da un maestro preparato e appassionato, oltre che coraggioso: lavorare sulla scrittura raccogliendo insieme delle idee, idee di studenti e studentesse, su amore e odio, guerra e pace, omologazione e diversità, e altro ancora, per poter scrutare il futuro come occasione di una felicità possibile, cercando di non farsi spaventare dal presente che intorno a loro assume contorni sempre più cupi e catastrofici, senza che ne abbiano colpa alcuna.

I nostri figli hanno il diritto di diventare adulti, e di non esserlo come noi.