Il 7 marzo del 1908 nasceva a Roma Anna Magnani, attrice simbolo del cinema italiano, “la dea”, nella definizione di Meryl Streep, “l’Onorevole Angelina” nell’immaginario di tanti di noi. Un’immagine, un’idea che si concretizza nelle lotte e nelle manifestazioni del secondo, difficile, dopoguerra.

Il 20 febbraio 1949 il “Comitato di difesa del cinema italiano” indice una manifestazione contro la nuova legge sul Cinema promossa da Giulio Andreotti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, che gestiva allora le sovvenzioni e non amava il neorealismo.

Il cinema, nonostante la sua promettente rinascita, vedeva avanzare l’invadenza straniera, particolarmente dei film americani e una censura sempre più sospettosa e incompetente. Il corteo con alla testa Giuseppe Di Vittorio e una rappresentanza della Cgil raggiunge Piazza del Popolo. Sul palco Vittorio De Sica, Gino Cervi, Alberto Lattuada.

Anna Magnani è accolta dal grido “Vogliamo l’onorevole Angelina”.

“Davanti a tutta questa gente - dirà - non sono più capace di parlare. Voglio soltanto chiedervi: aiutateci. Noi che lavoriamo per voi è a voi che chiediamo aiuto. Questi anni del dopoguerra sono stati per il cinema italiano anni di fatiche, di sofferenze per far rinascere prima e far affermare poi nel mondo i nostri film. Perché questo sforzo non sia stato vano, aiutateci, aiutateci, aiutateci!”.

“Stamane - riportava l’Unità - alle ore 11 in Piazza del Popolo avrà luogo il comizio che così largo interesse e curiosità ha suscitato in tutti gli strati della popolazione romana e la cui organizzazione è stata seguita con pari interesse in tutta l’Italia. Un gruppo di attori e di registi del cinema, tra cui Anna Magnani, Vittorio De Sica, Luchino Visconti, Blasetti e Zampa spiegheranno in quale attuazione si trova oggi il cinema italiano e il pencolo di soffocamento che esso corre dinnanzi all’invasione dei prodotti americani. Il comizio, come è stato esplicitamente dichiarato sai suoi organizzatori ha anche un carattere di protesta contro il Governo che non ha accora adottato provvedimenti che tutelino la produzione nazionale e il lavoro delle nostre maestranze e attori, registi e tecnici”.

Il Comitato direttivo della Cgil voterà un ordine del giorno di solidarietà e alla fine della manifestazione una delegazione di maestranze, attori, tecnici e resisti si recherà in Cgil ricevuta dalla Segreteria confederale rappresentata da Giuseppe Di Vittorio, Fernando Santi e un giovanissimo Luciano Lama.

“La Magnani - scriveva Jean Renoir - è la quintessenza dell’Italia, e anche la personificazione più completa del teatro, (…) le sono grato per aver simboleggiato nel mio film tutte le altre attrici del mondo”.

“Anna Magnani - diranno di lei - ha dato voce e volto alle donne italiane, in patria e negli Stati Uniti, incarnando la popolana e la ribelle, la sciantosa (…) e la madre di famiglia” (ricevendo la mimosa d’oro affermava Nannarella: “Sono contenta che ci si sia accorti che recito anche per aiutare le donne a star meglio e ad essere più libere”).

Si narra - anche se le trascrizioni ufficiali della missione desecretate nel 1991 non fanno menzione della cosa - che persino Jurij Gagarin le abbia dedicato un saluto speciale dallo spazio, a conferma che lei, e solo lei, in tutto il mondo, aveva diritto ad essere ricordata in un viaggio tra le stelle. “Saluto la fraternità degli uomini - avrebbe detto - il mondo delle arti, e Anna Magnani”.

Era “la donna più misteriosa e più chiara che la mitologia del cinematografo abbia inventato, (...) una donna di carattere”, scriveva sull’Europeo Oriana Fallaci. “Ti ho sentito gridare Francesco dietro un camion e non ti ho più dimenticato”, le diceva Giuseppe Ungaretti ricordando la sua immensa recitazione in Roma città aperta. Non ti abbiamo dimenticato, Nannarella. Perché sei indimenticabile.