"Congratulazioni a Giorgio Parisi. La fisica, e tutta la ricerca italiana, ricevono oggi un'onorificenza di valore mondiale. Investire nella ricerca e nella conoscenza significa investire nel futuro". Così la Cgil commenta a caldo il Nobel andato al professore della Sapienza Università di Roma e vicepresidente dell'Accademia dei Lincei, premiato per i suoi studi sui sistemi complessi.

Tra le prime dichiarazioni di Parisi (che divide il riconoscimento con  Syukuro Manabe e Klaus Hasselmann) una è particolarmente significativa: "La ricerca è estremamente importante per creare il futuro ed è importante che la ricerca in Italia sia finanziata sul serio. Spero che questo sia un buon momento per investire sulla ricerca perché questo significa investire sui giovani". 

Del resto Parisi  non si è mai sottratto a prese di posizione pubbliche, anche molto critiche, rispetto a questo nodo, che resta fondamentale per la crescita e lo sviluppo di un paese.  "Sono felice, non me lo aspettavo, ma sapevo che avrebbero potuto esserci delle possibilità", ha detto il fisico all'Ansa in collegamento con l'Accademia delle Scienze di Stoccolma: "Tanti altri ricercatori italiani avrebbero meritato il Nobel". Poi ha aggiunto: "Il Nobel è un riconoscimento importante per la scienza italiana, che avrebbe potuto prendere svariati Nobel nella fisica e in altre discipline".

Finora sono 20 i Nobel assegnati a italiani fin dalle origini del premio. Dei 20 riconoscimenti, 12 sono quelli scientifici e di questi 5 quelli per la Fisica, 6 per la Medicina e uno per la Chimica. Fra i 20 premiati le donne solo due: Grazia Deledda, per la Letteratura nel 1926, e Rita Levi Montalcini, per la Medicina 60 anni più tardi, nel 1986. L'ultimo Nobel a un ricercatore nato in Italia è quello del 2007 a Mario Capecchi, attivo negli Usa, ma per risalire a un ricercatore italiano che ha svolto in Italia la maggior parte del lavoro bisogna risalire a 62 anni fa, al Nobel per la Chimica assegnato nel 1959 a Giulio Natta.