Secondo fonti manoscritte, dal Chronicon Altinate alla descrizione rinascimentale di Marin Sanudo, la fondazione della città di Venezia risale al marzo del 421, legata alla costruzione della chiesa di San Giacomo di Rialto. Tra storia e leggende, si tratta di un anniversario importante, le cui celebrazioni per questi suoi 1.600 anni sono state inevitabilmente sotto tono, essendo nel marzo scorso ancora lontana la possibilità di riprendere le normali attività, condizionate dall’avvento pandemico.

In effetti, la comunità degli studiosi non concorda su una data precisa (quella riconosciuta ufficialmente è il 25 marzo), soprattutto per il fatto che all’epoca la città fu caratterizzata dall’alternarsi di continui flussi migratori, che ai primi abitanti che si insediarono negli isolotti della laguna gradualmente raggiunsero quei veneti arrivati dalla terraferma, costretti a fuggire per le avanzate dei barbari, temporalmente collocati tra i Visigoti di Alarico e gli Unni di Attila.

Durante gli appuntamenti istituzionali organizzati per la ricorrenza, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto ricordare come Venezia appartenga “al mondo intero”, e che “il suo patrimonio inestimabile di arte e cultura va difeso e preservato”, in un periodo complicato in cui “vanno sostenuti e rilanciati anche la sua peculiare vivacità, la sua economia, il suo essere, insieme, comunità locale forte e coesa e punto di riferimento internazionale”. Tutti elementi, inutile sottolinearlo, più che mai decisivi in questo delicato momento, nel quale la ripartenza della Serenissima non può che essere legata a un ritorno in massa dei turisti, croce e delizia degli stessi veneziani.

Tra le varie iniziative in programma, verso la fine dell’estate e gli inizi di autunno di questo sofferto 2021 verranno dedicate alcune giornate al mondo dei libri, presentate dall’editore Carlo Mazzanti, presidente della piccola editoria veneta: “Stiamo pensando a qualcosa di diverso dalle tradizionali e ormai ammuffite presentazioni letterarie. Invitando anche alcune autorità, puntiamo invece su una serie di panel raggruppati per argomenti. E, all’interno di questi panel, il libro sarà lo spunto per sviluppare, non solo attraverso la carta stampata, una serie di tematiche veneziane”. L’idea di fondo è quella di rinnovare una tradizione che risale anch’essa all’epoca rinascimentale, quando la produzione libraria di Venezia era il fulcro dell’editoria e della cultura in tutta Europa, contando oltre 150 officine editoriali sparse in vari luoghi della città.

Tra le proposte che faranno parte del prossimo evento quella dei meta-libri, caratterizzata dall’inserimento di Qr code attraverso i quali è possibile vedere le foto di luoghi o di oggetti citati e descritti nella narrazione delle pagine. Verrà poi dedicato uno spazio specifico al genere noir e alle spy-stories, per evidenziare un’altra caratteristica peculiare di Venezia, il suo lato oscuro e misterioso, determinato dalla conformazione unica della città, fatta di calli e ponti, di vicoli e interni che si prestano al racconto tinto di giallo, al macabro, alla descrizione di situazioni e dettagli che soltanto Venezia può offrire come, tra le tante, ci ha insegnato la penna di Thomas Mann, proiettando la sua immagine di dissoluzione della cultura borghese del Novecento passeggiando sulla battigia del Lido.

Ora, in questo nuovo secolo, caratterizzato da altre dissoluzioni, è arrivato il tempo di rigenerarsi per rigenerare una parte essenziale della nostra storia, che appartiene a tutti noi, appartiene al mondo. Il vuoto e il silenzio di questi mesi, con i loro tratti insieme fascinosi e maledetti, dovranno essere colmati imparando dal passato, recente e remoto, dalle eccellenze e dagli errori, cercando di costruire un’altra storia, un’altra vita. Una sfida che non concede appello.