PHOTO
A Taranto la situazione è sempre più difficile. Al centro delle vicende dagli sviluppi inaspettati delle ultime ore c’è sempre e comunque il destino e la gestione dell’Ilva, il gigante dell’acciaio cui restano indissolubilmente legate le sorti della città. Nella serata del 28 luglio il neo sindaco Piero Bitetti – era stato eletto il 17 giugno dopo aver corso come candidato del centro sinistra con il sostegno di Pd, di Con, il movimento di Michele Emiliano, di Alleanza Verdi e Sinistra e di varie liste civiche – si è dimesso.
Motivo della decisione, le contestazioni durissime, al limite delle minacce, subite da alcuni cittadini ed esponenti di associazioni ambientaliste che si erano assiepati all’esterno di Palazzo di Città, sede del Comune. Un presidio raccontato in molte cronache come un vero e proprio ‘assedio’, per cui il sindaco dimissionario, nella lettera in cui ha motivato la sua scelta, ha parlato di “inagibilità politica”. Quella sera era stato organizzato un incontro in vista del consiglio comunale che si sarebbe dovuto tenere oggi, 30 luglio – e che è saltato – sull’intesa proposta dal governo sulla decarbonizzazione e sul vertice al Mimit, il ministero del Made in Italy, in programma domani, 31 luglio, e che, secondo l’agenda del ministro Urso, nonostante gli ultimi sviluppi, è confermato.
Solidarietà dei sindacati confederali e metalmeccanici a Bitetti
“Quanto successo a Palazzo di Città non appartiene al confronto democratico, anche aspro, che ci può essere tra le parti – si legge in una nota sindacale di Cgil, Cisl, Uil, Fim, Fiom, Uilm e firmata dai segretari generali delle strutture, D’Arcangelo, Spinzi, Oliva, Brigati, Prisciano, Sperti –. È l’estremizzazione di un clima di tensione, per mettere gli uni contro gli altri, di una minoranza che non rappresenta l’associazionismo ambientalista del territorio. Per questa ragione, sentiamo la naturale esigenza di esprimere un sentimento di sincera solidarietà e vicinanza al sindaco Bitetti per l’attacco ricevuto”.
“C’è da rilevare che Bitetti ha da subito cercato di dialogare con tutte le parti chiamate in causa sul tema del futuro dello stabilimento ex Ilva – sottolineano le sigle –. Il 25 luglio scorso Fim Fiom Uilm hanno presentato, alle istituzionali locali e alla Regione Puglia, una piattaforma per punti in cui viene esplicitata la posizione sindacale in merito al processo di decarbonizzazione che può portarci finalmente a coniugare il diritto al lavoro e alla salute”.
Per il sindacato l’ex primo cittadino e la amministrazione comunale appena insediatasi sono stati eletti qualche settimana fa “con un mandato democratico preciso conferito da una comunità, forse meno chiassosa, fatta di famiglie, lavoratrici e lavoratori, persone comuni, con l’obiettivo di liberare Taranto dall’ignobile ricatto tra salute e lavoro e per assicurare alla città un futuro diverso. La tenuta democratica non può essere messa in discussione con atteggiamenti intimidatori”.
“Di fronte a questo caos il territorio rischia di non essere protagonista e il governo potrà decidere da solo”
Di fronte alle scelte legate al processo di decarbonizzazione il caos generato fa sì che “il territorio rischia di non essere protagonista, perché di fatto, con questa attuale condizione il governo potrà decidere, da solo e senza condizionamenti, la strada che riterrà opportuno percorrere. E poi – si legge nel comunicato – non ci sarà più spazio per contrastare le scelte prese dall’alto dopo sessant’anni di sofferenza della nostra comunità”.
"L’ultima vera possibilità di pretendere impegni vincolanti”
“Quella a cui ci troviamo di fronte è, probabilmente, l’ultima vera possibilità che abbiamo, sempre come comunità, di pretendere impegni vincolanti da parte di tutti i livelli istituzionali attraverso la presentazione di un progetto serio, sostenibile, reale che sia in grado di conciliare i diritti costituzionali richiamati – scrivono Cgil, Cisl, Uil, Fim, Fiom, Uilm di Taranto –. Pertanto, chiediamo al sindaco Bitetti di ritirare le dimissioni per governare la città che lo ha proclamato sindaco qualche settimana fa e alla sua maggioranza di trovare una sintesi ragionevole fuori da ogni logica legata al populismo o alla ricerca dei facili consensi e che pensi al bene dei cittadini che hanno deciso di rappresentare”.