PHOTO
Nel paese dove è partita la convenzione sul cambiamento climatico e a dieci anni dall’Accordo di Parigi, ieri (10 novembre) si è aperta a Belèm la 30esima conferenza delle parti dell’Onu sui cambiamenti climatici, appuntamento che dovrebbe rilanciare l’ambizione per limitare l’aumento della temperatura a 1,5ºC. È una Cop su cui sono concentrate grandi aspettative, definita dal presidente André Corréa do Lago: la Cop delle soluzioni, dell’agenda di azione, la Cop per generare lavoro, la Cop dell’adattamento, dell’integrazione fra finanza e clima, la Cop della verità.
E proprio a proposito di verità, l’appuntamento si apre con la pubblicazione dell’aggiornamento del Rapporto di sintesi sui contributi determinati a livello nazionale. Gli 86 Ndc (Nationally Determined Contributions, i contributi determinati a livello nazionale, ndr) presentati da 86 parti, su 113, porteranno le emissioni globali totali di gas serra (incluse le attività Lulucf) nel 2035 ad una riduzione di circa il 12% rispetto ai livelli del 2019. Prima dell’adozione dell’Accordo di Parigi, l’aumento previsto delle emissioni era compreso tra il 20 e il 48% per il 2035.
Il processo multilaterale ha avuto degli effetti ma il target globale di riduzione per provare a contenere l’incremento della temperatura globale entro 1,5°C è attorno al 60%, e questo ci dà il segno di quando ancora siamo lontani dal salvarci dagli effetti devastanti del cambiamento climatico.
Simon Steill, segretario esecutivo dell’Unfcc, ha detto chiaramente che non si stanno tagliando le emissioni in modo sufficiente ma ha detto anche che lamentarsi non è una strategia e che servono soluzioni collettive perché nessuna nazione può farcela da sola.
Anche il presidente brasiliano Lula è tornato sul punto della riduzione delle emissioni, dicendo che ci stiamo muovendo nella direzione giusta ma in modo troppo lento, che devono essere considerate le responsabilità comuni ma differenziate, che è più economico investire 1.300 miliardi per l’azione climatica che 2.700 miliardi per le armi.
Lula ha rilanciato la Cop della verità, contro i negazionismi, ha sottolineato l’urgenza per affrontare l’incremento della temperatura che rappresenta una tragedia dei nostri giorni che genera fame e povertà e aumenta le disuguaglianze verso le donne, i migranti e i gruppi marginalizzati. Ha detto che è necessario implementare degli Ndc, assicurare trasferimento di capacity building, tecnologia e finanza, potenziare l’adattamento. Ha anche proposto l’istituzione di un Consiglio sul clima da affiancare all’assemblea generale delle Nazioni unite. La Cop30 sarà in grado di farlo?
Nell’incontro dei leader del 6 e 7 sono stati lanciati alcuni messaggi. I leader di 43 paesi e dell'Unione europea firmano la Dichiarazione di Belém su fame, povertà e azione per il clima incentrata sulle persone. Il documento, sostenuto da 44 parti, richiama l'attenzione sul fatto che gli effetti del cambiamento climatico stanno già colpendo drasticamente la popolazione, soprattutto i più vulnerabili e raccomanda ai Paesi di continuare a investire nella mitigazione, a dare maggiore priorità all'adattamento, in particolare alle misure incentrate sull'uomo come la protezione sociale, l'assicurazione agricola e altri strumenti che promuovono la resilienza delle popolazioni.
Le dichiarazioni o gli accordi firmati riguardano anche l'uso di “combustibili sostenibili”, la creazione del Fondo per i boschi tropicali (Tfff) e una nuova coalizione per i mercati del carbonio. Fra questi, preoccupa Il "Belém 4x Pledge on Sustainable Fuels", o "Belém 4x", che mira a fornire sostegno politico e promuovere la cooperazione internazionale per aumentare di almeno quattro volte l'uso di “combustibili sostenibili” entro il 2035.
L’idea è quella di produrre su larga scala e a prezzi competitivi idrogeno e derivati, biogas, biocarburanti e e-carburanti per integrarli all’elettrificazione e sostituire i combustibili fossili nei settori dei trasporti e dell'industria. Riguardo ai combustibili fossili, però, nel testo non c’è nessun chiaro riferimento al phase out. L'iniziativa, co-sponsorizzata da Brasile, Italia e Giappone punta proprio su quella neutralità tecnologica tanto sbandierata dal nostro governo che promuove le false soluzioni e rallentata la decarbonizzazione e l’innovazione tecnologica, bloccando il paese su tecnologie ormai superate come il motore endotermico.
Il presidente Luiz Inácio Lula da Silva ha detto che in queste due settimane Belem è la capitale del mondo per salvare il pianeta, chissà se sarà in grado di mantenere le aspettative.

























