È forte la preoccupazione della Funzione pubblica Cgil Lombardia per l’impatto della spending review – il dl 95 del 6 luglio 2012 – sul territorio regionale. Preoccupazione espressa oggi (27 luglio) nel corso della riunione della Consulta della sanità – a guidare la delegazione Fp c'era il segretario generale Florindo Oliverio – con la richiesta di attivazione immediata del confronto sulla gestione delle risorse e sul mantenimento dei livelli occupazionali, pubblici e privati.

“Non bastano le rassicurazioni di Formigoni e l’elogio dell’eccellenza lombarda – denuncia una nota della Fp –. La Funzione pubblica Cgil è contraria alla ‘sperimentazione della riforma del welfare’ del presidente Formigoni basata ‘sulla domanda anziché sull’offerta’. Essa è il capitolo finale dell’ideologia della ‘libertà di scelta’, che abbandona i singoli cittadini al loro bisogno di salute nel rapporto con il mercato delle prestazioni sanitarie e socio-assistenziali”.

“In questo modo – prosegue la Fp – la Regione Lombardia si chiama fuori dal governo del welfare facendolo diventare una sorta di ‘supermercato’ dove i cittadini sono costretti a spendere in ragione delle convenienze economiche del mercato anziché in ragione dell’appropriatezza delle prestazioni. E ci saranno effetti devastanti anche per gli erogatori, spinti nella competizione sui costi del lavoro penalizzando la stessa qualità dei servizi”.

“Non tranquillizzano perciò le dichiarazioni roboanti di Formigoni contro il governo centrale e tantomeno le rassicurazioni circa il taglio di ‘solo poco più di 2mila posti letto’ – afferma ancora il sindacato –. Vogliamo sapere quali effetti ci saranno sul personale, sia pubblico sia privato, e con quali criteri i tagli riguarderanno le diverse specialità mediche. Va attivato il confronto con le organizzazioni sindacali per individuare le voci di spesa su cui intervenire, a partire da quelle per consulenze, sugli appalti e sulle sperimentazioni gestionali", allestendo "finalmente un bilancio trasparente sui costi sostenuti e gli effettivi benefici per le comunità”.

“L’istituzione regionale – conclude la nota – è ormai screditata dalle vicende giudiziarie che stanno interessando il sistema sanitario e bisognerebbe trarne le conseguenze. Si dica quanto incidono sul bilancio della sanità lombarda i finanziamenti al centro delle inchieste e, soprattutto, si faccia chiarezza sul teorema esposto da alcuni personaggi coinvolti nelle inchieste, secondo cui il ricorso a erogatori privati è, per la Regione Lombardia, anche il modo per ridurre costi e diritti del personale che opera nei servizi sanitari lombardi”.