Duemila sono le firme raccolte dal comitato promotore di Palermo, composto da 25 associazioni, per la campagna “L’Italia sono anch’io”. Insieme alla Cgil, alla raccolta di firme finalizzate alla presentazione in Parlamento di due proposte di legge di iniziativa popolare per estendere i diritti degli immigrati, hanno partecipato Arci, associazione “L Via”, istituto “Fernando Santi”, Uisp, Arca, ecc. "Abbiamo trovato una sensibilità particolare da pare dei cittadini, dei giovani, che mostravano meraviglia per il fatto che nella norma nazionale non fosse previsto il riconoscimento della cittadinanza ai bambini nati in Italia" – dice Zaher Darwish, responsabile immigrati della Cgil di Palermo –. 
     
Rispetto all’estensione del diritto al voto, la petizione chiede, a livello nazionale, una norma che introduca tale diritto per gli immigrati regolari da 5 anni. "Il paradosso della legge italiana è che gli immigrati potranno votare alle primarie del centrosinistra a Palermo, ma poi non potranno farlo alle amministrative" – aggiunge Darwish. Il 5 aprile 2011 è stato introdotto nella riforma elettorale della Regione siciliana l’obbligo per i comuni di istituire consulte per l’immigrazione, come soluzione transitoria al diritto di rappresentanza dei cittadini immigrati.

"Ancora oggi, nonostante sia trascorso il termine di 90 giorni, scaduto a luglio, nessun Comune ha adottato tale norma – dice Concetta Balistreri, della segreteria Cgil di Palermo –. Assieme alle comunità di immigrati, aabbiamo presentato a Palazzo delle Aquile una proposta di istituzione della consulta, alla presenza dei consiglieri comunali, che hanno condiviso l’iniziativa. Ma a questo non ha fatto seguito alcun atto ufficiale. L’abbiamo trasmessa anche all’assessorato regionale alla Famiglia, affinché venisse adottata in tutti i comuni siciliani".