Torna in primo piano la vertenza della Whirlpool di Napoli. Si tiene infatti oggi (mercoledì 29 gennaio) a Roma, alle ore 14 presso il ministero dello Sviluppo economico, l’atteso vertice tra azienda, sindacati e governo. Sono oltre 300 le lavoratrici e i lavoratori che si spostano nella Capitale per presidiare il dicastero in attesa dell'esito dell'incontro, con l’auspicio che il governo porti al tavolo una proposta concreta e risolutiva. “Sulla vertenza – commenta la segretaria nazionale Fiom Cgil Barbara Tibaldi – si misura anche la credibilità dell’esecutivo in riferimento allo strapotere delle multinazionali, che con arroganza mettono in discussione accordi siglati con il governo e le parti sociali, alle politiche industriali e al mantenimento dell'apparato produttivo nel Mezzogiorno”.

Il caso Whirlpool è esploso nel maggio scorso con l’annuncio della chiusura dello stabilimento di Napoli e il conseguente licenziamento dei 420 dipendenti, procedura che a fine ottobre è stata sospesa poiché “le attuali tensioni – ha spiegato la multinazionale statunitense – sono controproducenti nella ricerca di una soluzione condivisa, a fronte di una situazione di mercato che rende insostenibile il sito e che necessita di una soluzione a lungo termine”. Il 9 aprile prossimo è prevista la scadenza degli ammortizzatori sociali nei sette impianti produttivi italiani, mentre i lavoratori dello stabilimento campano sono soggetti da tempo ai contratti di solidarietà.

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L’unica soluzione possibile per il sito, spiega la Fiom, è il “mantenimento della produzione di lavatrici di alta gamma a Napoli, inserendo ulteriori modelli per la saturazione, nell'ambito di quanto previsto dall'accordo del 25 ottobre 2018”, che prevedeva investimenti per 17 milioni di euro. Per i metalmeccanici della Cgil, se il ministro dello Sviluppo economico Patuanelli “non sarà in grado di far modificare la posizione alla multinazionale, si aprirà una nuova fase di mobilitazione straordinaria territoriale e nazionale per riportare la vertenza a Palazzo Chigi”.

Forte è anche l’impegno dei sindacati territoriali. “È ora che l’azienda in primis, e poi il governo e le istituzioni tutte, facciano fino in fondo la parte che loro spetta, concretizzando gli impegni assunti, a partire dalla disponibilità di 20 milioni stanziati dalla Regione”, illustrano i segretari generali di Cgil (Walter Schiavella), Cisl (Gianpiero Tipaldi) e Uil (Giovanni Sgambati) di Napoli. “La risposta possibile resta una soltanto”, concludono i tre esponenti sindacali: “L’accordo dell’ottobre 2018 va rispettato e la Whirlpool deve restare a produrre a Napoli, costruendo intorno a questa vertenza le condizioni per un piano organico di rilancio produttivo e industriale di Napoli e della sua area metropolitana”.