Si apre uno spiraglio nella lunga vertenza dei 600 dipendenti del call center Qè di Paternò (Catania), società gravata da sei milioni di debiti e in piena crisi ormai da tempo. Lunedì 31 ottobre si svolge a Palermo, nella sede della Regione Siciliana, il tanto atteso “tavolo tecnico” (cui partecipano ente regionale, enti locali, azienda, possibili acquirenti, Cgil e Cisl), richiesto a gran voce da lavoratori e sindacati. Un incontro, fissato per le ore 12 (in concomitanza si svolgerà un presidio), da cui ci si augura possano uscire soluzioni per la salvaguardia occupazionale e la continuità lavorativa.

“Finalmente un segnale positivo dalla Regione Sicilia, ma rimaniamo allibiti dall'ennesimo attacco dell'azienda” commentano le segreterie provinciali Slc Cgil e Fistel Cisl di Catania: “Arriva il momento di mettere nero su bianco impegni istituzionali, sindacali e di eventuali imprese disposte a riprendere in mano i lavoratori ed il lavoro”. Slc e Fistel si dicono “esterrefatti dalle dichiarazioni dell'amministratore unico di Qé, Mauro De Angelis, rilasciate a una nota televisione siciliana (ndr. Telecolor), che scarica le colpe della sospensione delle commesse ai lavoratori e al sindacato. Una posizione che meriterebbe un accurato approfondimento da parte delle autorità competenti. Sarebbe interessante conoscere quale sia stata in questi anni la condotta aziendale che oggi porta a raccogliere questo clamoroso insuccesso”.