Con 8 ore di sciopero e un presidio regionale a Vicenza, davanti alla sede della locale Confindustria (alle ore 9), gli oltre 6.000 lavoratori del settore gomma plastica faranno sentire venerdì 27 settembre la propria voce, in relazione al rinnovo del contratto nazionale di lavoro, le cui trattative si sono interrotte a luglio a fronte di un atteggiamento fortemente negativo della controparte.

Lo sciopero, che rientra in un pacchetto di 12 ore deciso nazionalmente e articolato per regioni e territori, vuol essere una risposta forte alla federazione gomma-plastica (aderente alla Confindustria) che, a nove mesi dalla scadenza del contratto (31 dicembre 2012) e dalla presentazione della piattaforma, si è seduta al tavolo negoziale "con la pretesa di mettere in discussione diritti fondamentali dei lavoratori, a partire dalla gestione della malattia e dall’ indennità di turno che si pretenderebbe legata all’effettiva presenza", denuncia il sindacato.

“I lavoratori della gomma-plastica del Veneto scioperano per difendere la propria dignità, i propri diritti e il contratto nazionale di lavoro – annunciano le segreterie regionali di Filctem, Femca e Uiltec –. La crisi, che ormai da 5 anni investe il nostro Paese e non solo, sta portando dentro di sé il tentativo, da parte delle associazioni imprenditoriali, di far ritornare i lavoratori e le lavoratrici indietro di anni, attaccando le conquiste di civiltà fin qui raggiunte. L’altro ieri anche il Santo Pontefice ha sottolineato con forza la necessità che il rispetto della persona, della sua dignità, sono il fondamento per una società civile.

Testimonianza che rafforza le posizioni sindacali in difesa della dignità dei lavoratori e lavoratrici. Testimonianza che deve far riflettere tutti, compresi quanti applaudono il Papa per poi agire in senso opposto”. Un appello viene rivolto ai cittadini cui si chiede “solidarietà anche per riaffermare il principio sancito dalla Costituzione Italiana che, all’articolo 36 recita “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa”.