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“Il gravissimo incidente sul lavoro accaduto questa mattina alle Acciaierie Venete è l’ultimo di una drammatica serie che dall’inizio dell’anno ha colpito il Veneto, ponendo la nostra regione al primo posto in Italia per morti sul lavoro con 29 incidenti mortali avvenuti dall’inizio di quest’anno. Non è assolutamente accettabile che il lavoro da fonte di vita e di realizzazione della persona si trasformi in causa di morte, di invalidità e di dolore”. Lo afferma il segretario generale della Cgil Veneto Christian Ferrari.
"La sicurezza - prosegue il sindacalista - deve tornare ad essere il più importante investimento all’interno delle aziende perché la tutela della vita e della salute rappresentano un diritto fondamentale e inalienabile che va garantito a tutti i lavoratori, diretti e degli appalti, indipendentemente dalla tipologia lavorativa. La recrudescenza di infortuni e morti sul lavoro cui stiamo assistendo negli ultimi mesi in Veneto rappresenta una vera e propria emergenza sociale che non può più essere sottovalutata da nessuno, e che deve vedere una risposta immediata di contrasto sia da parte del sistema delle imprese, cui Cgil Cisl Uil hanno chiesto bei giorni scorsi un confronto, che da parte del mondo politico e istituzionale, a cominciare dalla Regione".
"Lo ribadiremo - conclude Ferrari - lunedì 14 maggio nell’ambito dell’incontro sul tema della sicurezza sul lavoro che Cgil Cisl Uil hanno chiesto nei giorni scorsi al presidente Zaia, e in cui ribadiremo l’assoluta necessità di intensificare la prevenzione sotto tutti i vari aspetti e di rendere più efficace il sistema dei controlli anche adeguando risorse, organici e strumentazioni”. Su questi temi la Cgil “non abbasserà la guardia ed è oggi più che mai vicina ai lavoratori colpiti dal gravissimo incidente accaduto alle Acciaierie Venete e alle loro famiglie cui darà tutto il proprio appoggio”.
I DATI
Dal primo gennaio ad oggi in Veneto sono avventi 29 incidenti mortali sul lavoro censiti dall’Osservatorio Indipendente di Bologna (che esclude gli incidenti in itinere ma assume una platea più vasta rispetto a quella dell’ Inail). In particolare i morti sul lavoro sono stati 6 a Venezia, 2 a Belluno, 1 a Padova, 1 a Rovigo, 3 a Vicenza, 8 a Verona e 8 a Treviso che eguagliano la grande Milano. Tale cifra va incrementata di un ulteriore 30% di incidenti in itinere che nella stragrande maggioranza dei casi avvengono al ritorno dal lavoro (quasi mai in andata) e sono spessissimo imputabili a stanchezza a seguito del lavoro. L’incremento delle morti sul lavoro in regione è indicato dall’Inail in un +18% nel primo trimestre 2018 rispetto allo stesso periodo del 2017.
Secondo un recente studio delle Cgil regionale un lavoratore veneto su 5 nel corso degli ultimi 5 anni è stato colpito da un incidente sul lavoro. Sono 375.135 gli infortuni denunciati all’Inail dal 2013 al 2017. Significa che nell’arco di 5 anni un lavoratore su 5 si fa male sul lavoro riportando lesioni di varia gravità, fino a menomazioni permanenti e, in 560 casi, addirittura la perdita della vita. Il dato (essendo riferito al totale degli assicurati Inail in cui rientrano anche categorie a basso rischio) incide in modo ancora più sensibile sui settori più esposti, a partire dall’edilizia e da alcuni comparti industriali (metalmeccanico in testa), oltre che dall’agricoltura. Ed è particolarmente accentuato negli appalti e nelle esternalizzazioni dove minori sono le tutele sul lavoro. La provincia con il maggior numero di incidenti è Verona (79.831 eventi) cui seguono Vicenza e Padova che però sopravanzano il capoluogo scaligero per numero di morti. Uno stillicidio che vede ogni anno il Veneto funestato da 75.000 infortuni e più di 110 morti sul lavoro, pari a una media di 2 morti ogni 5 giorni lavorativi e 335 infortuni per ogni giornata di lavoro.