I lavoratori Valtur chiedono un incontro al neo ministro del Lavoro, Luigi Di Maio. Gli addetti la settimana prossima verranno licenziati, senza nessun incentivo e forse senza neanche il pagamento immediato di quanto a loro dovuto. Questo è l'epilogo della gestione di Investindustrial importante marchio italiano del turismo: 6 resorts che non apriranno nella stagione 2018, gli altri che avviano la stagione a ranghi ridotti, licenziamenti e impoverimento dell'incoming del nostro Paese. Lo riferisce una nota della Filcams Cgil. Nello specifico, si tratta di 108 dipendenti a tempo indeterminato e 123 a tempo determinato, per un totale di 231 persone coinvolte.

Un "disastro imprenditoriale - spiega il sindacato - che ha visto l'investitore Andrea Bonomi navigare indisturbato tra accordi con Cassa depositi e prestiti e procedure di liquidazione". La Filcams Cgil, congiuntamente a Fisascat e Uiltucs, ha chiesto un aggiornamento del tavolo presso il ministero dello Sviluppo economico.

"La prossima settimana al ministero del Lavoro vi sarà la chiusura della procedura di licenziamento collettivo avviata dalla liquidazione", spiega Luca De Zolt della Filcams nazionale, "questo atto segna l'epilogo di questo percorso surreale. Ma noi non ci diamo per vinti, perché crediamo che sia ingiusto mettere la parola fine, sia per i lavoratori che per il nostro sistema turistico. Per questo appoggiamo l'appello dei lavoratori Valtur al ministro Di Maio al quale sollecitiamo la convocazione del tavolo al Mise quanto prima". 

Nell'ultimo incontro solo manifestazioni di interesse

L'ultimo incontro al dicastero si è svolto lo scorso 18 aprile. Nel vertice era stato rivelato l'interesse di alcune realtà nel rilevare i villaggi Valtur, il marchio e di dare continuità all'azienda. “Il ministero – spiegava la Filcams Cgil – sta svolgendo un importante lavoro di sollecitazione sugli operatori del mercato, alcuni dei quali hanno palesato il loro interesse solo nelle ultime settimane”. Gli ostacoli a una positiva risoluzione della vertenza sono insiti nella procedura di liquidazione, ovvero alla strada scelta dall'Investindustrial di Andrea Bonomi per uscire dalla società.

L'iter di liquidazione non lascia margini di trattativa per un passaggio dell'intero perimetro e non sono attivabili percorsi di continuità come per altri percorsi concorsuali. “Abbiamo contestato la scelta della liquidazione sin dall'inizio” aveva detto il sindacato, ma “la proprietà è inamovibile e non intende cambiare programma. Al di là delle palesi responsabilità che si è assunta Investindustrial nello scegliere questo percorso, che mira a cancellare Valtur, serve lavorare per percorsi di salvataggio, che sono ancora possibili”.

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