"L'Unità è nel dna della sinistra, è nel nostro dna, è nella nostra storia. Il futuro non può prescindere dal nostro quotidiano. Assieme a tutte le forze democratiche dobbiamo garantire il massimo impegno affinché si costruiscano le condizioni per un suo immediato ritorno in edicola". E' quanto scrive il segretario generale della Cgil Campania, Franco Tavella, in merito all'annunciato stop della pubblicazione del quotidiano fondato da Antonio Gramsci. 

"Sono cresciuto, come tantissimi altri compagni - ricorda Tavella - a pane e Unità. Un sapore indimenticabile, quello delle domeniche mattina dedicate alla 'diffusione straordinaria', che ci portava a bussare centinaia di campanelli e citofoni sperando di vendere una copia in più del 'nostro' giornale. Quante campagne elettorali, quante feste dell'Unità passate, da giovane militante, tra gli stand a sfogliare le pagine regionali che ci raccontavano la politica vissuta in ogni città, anche piccola, della Campania. Una scuola di straordinaria qualità, quella della redazione di via Cervantes a Napoli, che ha lanciato una generazione di ottimi professionisti dell'informazione che ancora oggi danno prestigio alla classe giornalistica campana".

"Ieri - aggiunge Tavella - la doccia fredda della notizia di una chiusura fin troppo annunciata, che rende il Paese molto più povero. Sarebbe troppo ovvio ricordare che spegnere una voce significa anche indebolire la democrazia e il pluralismo. Così come sarebbe scontato riaffermare il richiamo alle responsabilità di ognuno per fare in modo che l'Unità torni in edicola quanto prima. L'unica certezza è il dover rinunciare ogni mattina alla copia del nostro giornale".

"Tocca a noi ora - conclude Tavella - ricostruire le condizioni per fare in modo che la sospensione delle pubblicazioni sia temporanea. Faremo sentire la nostra voce, costruiremo le nostre iniziative dialogando con i giornalisti dell'Unità, come abbiamo sempre fatto, ospitando i loro articoli sulle pagine del nostro sito web. Un piccolo segnale di solidarietà per fare in modo che la voce del giornale non si spenga per sempre".