“Il nostro giudizio non è positivo, ci aspettiamo che il Parlamento modifichi il testo. In questi anni abbiamo già visto scelte da parte dei governi precedenti che sono tutte intervenute sull'offerta di lavoro ma non hanno portato un posto di lavoro in più”. A dirlo è Elena Lattuada, segretario confederale Cgil ai microfoni di Italia Parla, su RadioArticolo1, nel giorno in cui decreto Lavoro approda in aula.

“I dati Istat ce lo confermano – ha continuato - e ci dicono che c'è un continuo peggioramento. A nostro giudizio il problema non è intervenire sull'offerta, il nodo vero è quali politiche industriali questo governo intende adottare, e quale volano di ripresa economica e di investimenti si intende attuare in questo paese. Di tutto ciò nel decreto Poletti non c'è traccia. E ahimé anche nel Def”.

“Neanche nella decisione relativa agli sgravi Irpef sul lavoro dipendente c'è traccia di un'inversione di tendenza – ha detto il segretario -. Il tema del lavoro e della perdita dell'occupazione non è stato ancora affrontato. I datri sulla cassa integrazione del mese di marzo sono davvero preoccupanti. Perché abbiamo un incremento su tutte e tre le tipologie. Su quella in deroga probabilmente l'incremento è dovuto al fatto che da parte delle regioni c'è stato un accertamento delle rirosrme messe a disposizioni, sull'ordinaria e straordinaria l'aumento ci dice che la crisi non è passata ma che si sta accentuando. Quindi i segnali di ripresa che vengono segnalati non corrispondono ad una ripresa dei livelli occupazionali”.

“C'è davvero un'emergenza su cui non è più possibile stare zitti, non trovare delle misure e non costruire una proposta alternativa – ha conluso Lattuada. - Noi siamo a favore di un ripensamento della strumentazione degli ammortizzatori. Nell'emergenza va rifinanziata la cassa in deroga, per non gettare nella disperazione ancor di più le persone. Eppure siamo ben coscienti che questa non può essere una soluzione definitiva. Serve un sistema in grado di riconoscere che aldilà della tipologia di lavoro ci possano essere dei momenti di sospensione, legati a ristrutturazioni e mutamenti. E che questi che debbano essere coperti con ammortizzatori a cui tutti contribuiscono, eppure di questo non sentiamo mai parlare”.