"Continua a diminuire il lavoro a tempo indeterminato e dilaga quello precario e povero in Umbria". Ad affermarlo alla luce dell'ultimo aggiornamento dell'osservatorio Inps sul precariato è l'Ires Cgil Umbria. "Nel periodo gennaio-settembre 2017 le attivazioni di nuovi contratti a tempo indeterminato nella regione sono state 8.453 - scrive Mario Bravi, presidente dell'istituto di ricerca della Cgil umbra - contro le 45.282 a tempo determinato. Tenendo poi conto anche delle trasformazioni di rapporti a termine in rapporti a tempo indeterminato, il complesso dei nuovi rapporti stabili è pari a 12.111 unità, il 20,5% del totale, una percentuale più bassa della media nazionale che corrisponde al 23,7%".

"Inoltre - continua Bravi - il saldo, sempre per quanto riguarda i tempi indeterminati, è negativo. Infatti, le cessazioni (13.433) sono superiori alle attivazioni sommate alle trasformazioni (12.111). Questo dato relativo ai primi 9 mesi dell'anno - conclude il presidente dell'Ires umbro - conferma l’allarme occupazione in Umbria e l’esigenza di ridare dignità e diritti al mondo del lavoro, soprattutto giovanile".