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"Nei tagli alla spesa di Renzi finiscono anche l’istruzione e il diritto allo studio: da un lato le risorse statali per le borse di studio si ridurranno drasticamente per il combinato disposto dei tagli alle regioni e dei fondi statali messi sotto Patto di stabilità; dall’altro la Legge di stabilità e lo Sblocca Italia prevedono altri tagli alle Università e agli enti di ricerca per il prossimo triennio". E' quanto denuncia in una nota l'Udu, Unione degli Universitari.
“Oggi è iniziata alla Camera la discussione sulla Conversione in Legge del DL 133, il cosiddetto “Sblocca Italia”, che inserisce sotto Patto di Stabilità 150 milioni di euro per il diritto allo studio, mettendo a rischio quasi 50.000 borse di studio - dichiara Gianluca Scuccimarra, coordinatore dell’Unione degli Universitari - Abbiamo chiesto a gran voce di salvaguardare quei fondi, in un contesto in cui le risorse sono già pochissime e lasciamo ogni anno 30.000 studenti che ne avrebbero diritto senza Borsa di studio, ma per ora il Governo non sembra intenzionato a intervenire, nonostante il parere formulato dalla Commissione Cultura della Camera che chiede di modificare il Decreto per salvare i 150 milioni stanziati solo lo scorso anno da Letta e Carrozza”.
Continua Scuccimarra: “Come se non bastasse, la Legge di Stabilità prevede ulteriori tagli all’università e alla ricerca: all’Articolo 17, si stanziano 150 milioni di euro per il Fondo di finanziamento ordinario degli atenei, che però non coprono neanche i 170 milioni di tagli già previsti, e, qualche articolo più in là, si tagliano allo stesso fondo 98 milioni nel prossimo triennio, 42 milioni agli Enti di ricerca e 1 milione ad Accademie e Conservatori più i 19 milioni previsti dallo Sblocca Italia. Non possiamo permetterci di vedere definitivamente distrutto il diritto allo studio e di far cassa su un sistema che ha già perso un miliardo di euro dal 2008. Per questo domani svolgeremo azioni di protesta davanti alle Università di tutta Italia e il 25 Ottobre saremo di nuovo in Piazza, per ribadire che il nostro futuro non è un gioco!”