È stata approvata dalla Giunta toscana una delibera sulla strategia regionale Industria 4.0, che indirizza finanze del Fondo sociale europeo ai voucher formativi individuali rivolti a imprenditori e professionisti associati. La Cgil Toscana, si legge in una nota di Mirko Lami, "è fortemente preoccupata e tiene a evidenziare che, trattandosi di soldi provenienti da un fondo sociale, in questo caso europeo, gli aiuti devono essere dati mirati a quelle aziende che portano avanti progetti innovativi e che di conseguenza aprono ad assunzioni di lavoratori. Lavoratori che hanno necessità di essere formati su mestieri o mansioni che sono nel panorama innovativo di industria 4.0".

Per Lami "il cambio di paradigma avviene attraverso un programma ben chiaro dove le aziende chiedono nuove mansioni attraverso un piano industriale preciso e da qui si devono canalizzare gli aiuti alle stesse aziende, per formare i lavoratori tutti, cosa ben diversa da dare 5mila euro in voucher formativi a imprenditori o professionisti per formare se stessi ad un cambio di pensiero del mercato del lavoro".

La Cgil Toscana, continua la nota, "ha apprezzato che la Regione abbia utilizzato le risorse avanzate dalla mobilità in deroga nel Piano integrato occupazionale, che è altra cosa da formazione 4.0, così come apprezza che si investa in competenze utili a sviluppare un ambiente favorevole ai processi di digitalizzazione e di innalzamento del nostro modello di specializzazione, ma questo lo si realizza favorendo l’accrescimento di tutte le componenti dell’impresa a partire da quella del lavoro e non con interventi formativi a solo vantaggio della componente datoriale e manageriale. Interventi formativi così classisti rischiano solo di appagare qualche suggestione corporativa e di non cogliere il cuore della sfida di Industria 4.0, che si fonda su apprendimento permanente e conoscenza diffusa e non su una conoscenza concentrata sulle élite aziendali".