In Toscana, il sindacato si forma all’università, con appositi master e minimaster dedicati a dirigenti, funzionari e delegati. A questo, è dedicata la nuova puntata del viaggio nei territori della formazione Cgil, a cura di ‘Conoscenza & organizzazione’, la rubrica di Rassegna Sindacale, e della trasmissione di RadioArticolo1 ‘Quadrato rosso. La formazione va in rete’ (ascolta il podcast integrale).

“Tutto è nato nel 2013, da una riflessione sugli standard formativi e le prospettive di aggiornamento di dirigenti e funzionari sindacali – racconta Fabio Giovagnoli, responsabile della formazione Cgil e dell’Ires Toscana –. Abbiamo deciso di rivolgerci all’università di Firenze, con la quale siamo arrivati alla sottoscrizione di un protocollo, in base al quale il sindacato avrebbe organizzato attività di specializzazione e perfezionamento con l’ateneo. Poi, ha fatto seguito un primo progetto sperimentale. E da lì, successivamente, sono nati i relativi corsi per dirigenti e funzionari: i primi due sono stati dei master europei sulle scienze del lavoro. E, di recente, abbiamo completato il quadro con i minimaster, più legati all’esperienza lavorativa dei sindacalisti, e nel contempo alla formazione universitaria”.

“Il successo dei corsi è incredibile – rileva Giovagnoli –. Fin da subito, l’attenzione è stata notevole, malgrado le difficoltà iniziali di partecipazione di molti sindacalisti. C’è da considerare, infatti, che i primi due erano master post lauream; dunque, poco accessibili per una platea composta da pochi laureati e diplomati. La soluzione trovata, per l’appunto, il minimaster, più breve per durata e più flessibile nei contenuti, ci sembra l’ideale, perché consente di avere gli stessi standard educativi, e nel contempo ha rafforzato il rapporto con il dipartimento di scienze politiche e sociali dell’università fiorentina, con il quale abbiamo lanciato la programmazione. Ora sta per partire un nuovo minimaster, che ha già avuto un boom di richieste - oltre cinquanta -, quando i posti programmati inizialmente erano una trentina. Così abbiamo deciso di favorire i dirigenti più giovani, per dare loro una formazione di livello accademico. E per l’anno prossimo è già prevista una nuova edizione. Le ore di lezione saranno 48, organizzate su moduli di quattro ore per ogni settimana e articolate su tre aree disciplinari: sociologia, economia e diritto, con un focus particolare sull’evoluzione della Toscana”.  

Jessica Beneforti, segretaria della Camera del lavoro di Pistoia, ha partecipato al primo master europeo: “È stata un’esperienza molto interessante, ma anche assai impegnativa, con lezioni intervallate da esami e concluse con una tesi finale. Alla fine, mi sono ritrovata con una formazione specialistica in scienze del lavoro, diritto del lavoro, sociologia del lavoro, relazioni industriali, tecniche comparate di contrattazione, economia politica. Con questo bagaglio maturato, posso ora confrontarmi con le organizzazioni sindacali del resto d’Europa su materie quali la contrattazione: ad esempio, nel modulo di studio sulle relazioni industriali, abbiamo affrontato sistemi diversi dal nostro, come quelli della Germania, dei Paesi del Nord e dell’Est”.

Anche Luca Barbetti, segretario nazionale Filctem, dopo aver fatto parte della Cgil Toscana, ha partecipato al primo master europeo. “Mi sono avvicinato con molta apprensione, perché tornare all’università, dopo tanti anni, per un percorso formativo è stato assai impegnativo. Ma sono soddisfatto, perché quel corso mi ha lasciato in eredità un bagaglio di conoscenze che si sono dimostrate fondamentali anche a livello internazionale, con caratteristiche di multidisciplinarietà e competenze di natura economica. Oggi credo sia necessario un percorso formativo periodico per tutti i sindacalisti, data la complessità dei temi che ognuno di noi deve affrontare nell’ambito della propria attività”.

Ma le iniziative della Cgil Toscana, in materia formativa, non si fermano qui. “C’è un’attività di base per la formazione dei dirigenti sindacali – osserva Giovagnoli –, ma ci sono anche corsi per delegati e tecnici e operatori dei servizi a cura delle nostre organizzazioni territoriali, dell’Inca e dei Caaf. Inoltre, sono in cantiere moduli formativi legati alla ricerca sociale e stiamo approntando appositi corsi nel merito”.

Giancarlo Pelucchi, responsabile formazione Cgil nazionale, anticipa quelli che saranno i progetti futuri del sindacato. “Sul piano formativo, il rapporto della Cgil con le università sarà esportato anche in altri territori, perché è un’idea vincente, che parte dal principio che la formazione non è una materia peculiare solo del sindacato, ma è aperta al contributo di università e scuola: il sapere che si costruisce in quelle aule è interessante per noi ed è un rapporto ancora tutto da costruire, al di là dell’esperienza toscana. Nel merito, ci sono state già altre esperienze in passato, di università che dialogavano con il sindacato, e con molti sindacalisti che alla fine si laureavano. Ci sono docenti, studenti e atenei ai quali il sindacato interessa, e viceversa noi siamo pronti ad approfondire il rapporto con il mondo accademico, con le scuole superiori e con gli istituti di formazione. L’università toscana ritiene significativo formare dirigenti e delegati sindacali, e questo per noi è basilare, perché fa parte della crescita culturale nostra e di tutto il Paese. Proprio di recente, ci stiamo cimentando sulla sfida dell’alternanza scuola-lavoro: è una bella scommessa, che cercheremo di portare avanti nel migliore dei modi”.