Un contratto scaduto da quasi un anno e una controparte, Asstel-Confindustria, che dimostra “arroganza e chiusura” e che punta, nemmeno tanto velatamente, a “rompere l'unicità della filiera produttiva e del Ccnl”: sono queste le ragioni principali che hanno indotto i lavoratori del settore telecomunicazioni (circa 500 in Umbria, di cui 350 in Telecom) ad incrociare le braccia oggi per lo sciopero indetto da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uil Comunicazione a livello nazionale e che in Umbria è stato accompagnato da un presidio davanti alla sede perugina di Confindustria, nel corso del quale sindacalisti e lavoratori hanno effettuato un volantinaggio per spiegare alla cittadinanza le ragioni della protesta.

Protesta che proseguirà anche nei prossimi giorni, “finché non avremo aperture reali dalla controparte”, hanno spiegato i sindacalisti presenti,  Mauro Bucarini (Slc Cgil), Simona Garofano (Fistel Cisl) e Giovanni Baiocco (Uilcom Uil). Fino al 18 settembre è previsto infatti il blocco delle prestazioni straordinarie e di tutte le prestazioni supplementari. Infine, sempre se non ci saranno sviluppi positivi nella trattativa, è già in calendario una seconda data per un nuovo sciopero il 19 ottobre che sarà accompagnato da una manifestazione nazionale a Roma.

Intanto, i primi dati sulle adesioni in Umbria indicano una buona partecipazione dei lavoratori, superiore in media al 55%, risultato giudicato molto positivo dai sindacati, anche considerando la presenza di numerosi lavoratori precettati dalle aziende. “I dati alti di adesione allo sciopero e la partecipazione ai presidi in tutta Italia – commentano i sindacati - dimostrano che i lavoratori e le loro organizzazioni sindacali sono uniti in questa lotta per ottenere le clausole sociali a tutela dell'occupazione tutela dell'occupazione e il giusto recupero integrale del potere d'acquisto delle retribuzioni”.