Cresce fortemente la preoccupazione intorno al futuro delle acciaierie Ast ThyssenKrupp di Terni (circa 3mila dipendenti, di gran lunga la prima azienda per fatturato e dimensioni dell'Umbria), dopo che nella giornata di ieri, 3 luglio, a sorpresa, sono arrivate le dimissioni dell'amministratore delegato Marco Pucci, che sarà sostituito da Lucia Morselli, già considerata in ambienti politici e sindacali ternani "la tagliatrice di teste".

"Deve essere chiaro a tutti che il futuro produttivo, occupazionale e strategico della nostra regione nonché la sua identità sono indissolubilmente legati al futuro produttivo e occupazionale di un sito, come quello rappresentato dal Polo siderurgico ternano, che non può e non deve assolutamente essere ridimensionato nelle sue capacità produttive e di prospettiva, per la sua strategicità nella produzione di acciai speciali fondamentale per tutto il Paese", hanno messo nero su bianco i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil dell'Umbria, Mario Bravi, Ulderico Sbarra e Claudio Bendini.

Secondo i tre sindacati regionali, infatti, le dimissioni dell’amministratore delegato Pucci "gettano ulteriori ombre sul futuro del sito produttivo ternano". E allora, "nel manifestare la nostra piena solidarietà ai lavoratori in lotta (ieri, 3 luglio, lo sciopero e il corteo fin sotto il palazzo comunale, ndr)", aggiungono Bravi, Sbarra e Bendini, "chiediamo una incisiva azione istituzionale che rimetta al centro la funzione del sito ternano e sollecitiamo il Governo a pretendere la conoscenza del pian industriale della multinazionale".

Dunque, "Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria, insieme alle organizzazioni sindacali confederali e di categoria ternane, attiveranno - si legge ancora nella nota dei tre segretari regionali - tutte le forme di mobilitazione necessarie ad ottenere risposte positive che garantiscano il futuro e l’integrità del sito. La vertenza Umbria ha nella difesa di Ast la sua priorità fondamentale".