Alleggerire il peso del fisco sulle popolazioni emiliane che hanno subito il terremoto è una urgenza improrogabile e se non si avranno risposte concrete in tempi rapidi dal governo, scatterà la mobilitazione. Già domani la Cgil Emilia Romagna proporrà a Cisl e Uil regionali di muoversi insieme verso Roma per dar vita a una manifestazione che avrà al centro una richiesta di fondo molto semplice: sospendere ogni tipo di trattenuta fiscale sui lavoratori e i pensionati danneggiati, fino al giugno 2013, termine del periodo di vigenza del decreto governativo sull’emergenza terremoto datato appunto giugno 2012.

La richiesta, da tempo avanzata dai sindacati, è stata  rilanciata questa mattina all’attivo dei delegati e dirigenti sindacali Cgil delle zone di Carpi, Castelfranco, Nonantola e Area Nord, che si è svolto a Mirandola, presso una tensostruttura normalmente adibita a parrocchia e messa a disposizione dalla chiesa, gremita da circa 200 persone.

“Il consiglio dei ministri riunito la scorsa settimana – ha sottolineato nella relazione il segretario generale Cgil modenese, Donato Pivanti – non ha chiarito nulla a proposito dei provvedimenti tributari per i lavoratori e i pensionati delle zone terremotate, mentre le aziende che hanno effettuato la sospensione delle trattenute Irpef nei mesi scorsi sulle buste paga dei dipendenti, oggi cominciano a chiederne la restituzione in un sol colpo, col rischio di azzerare le retribuzioni.”

Come hanno rimarcato diversi interventi nel dibattito, è inaccettabile la disparità di trattamento rispetto alle esperienze dell’Aquila e dell’Umbria, dove l’imposta è stata sospesa e ridotta del 60 per cento, con in più la rateizzazione in 120 rate del 40 per cento dovuto.

“Non vogliamo niente di più ma anche niente di meno di quanto è stato fatto per le altre aree colpite dai terremoti degli anni scorsi – ha scandito nelle conclusioni il segretario generale Cgil regionale, Vincenzo Colla –, e porteremo a Roma la protesta delle migliaia di lavoratori interessati se entro qualche settimana il governo non darà loro la giusta risposta. Ma vogliamo dar voce anche alla denuncia del forte ritardo nei pagamenti della cassa integrazione, che è stata erogata a macchia di leopardo lasciando a secco molti lavoratori. Chiediamo inoltre la proroga per il 2013 degli ammortizzatori in deroga o per evento sismico, per contrastare il pericolo di perdere migliaia di posti di lavoro e indebolire filiere produttive di eccellenza”.

Tanti i disagi e i problemi segnalati negli interventi di stamattina, rispetto alla ricostruzione post-terremoto e aggravati dall’inverno alle porte: casa, scuola, assistenza, socialità e luoghi di aggregazione soprattutto per i più giovani e per gli anziani. Sul versante delle attività produttive la Cgil è impegnata nella difesa del lavoro, nel contrattare le delocalizzazione temporanee per mantenere le imprese sul territorio, nella gestione degli strumenti a garanzia della legalità.