“Siamo lieti dell’ottimismo dell’onorevole Pelillo alla vigilia del delicato incontro previsto per domani (25 giugno, ndr) al ministero del Lavoro sulla vertenza Teleperformance. “Noi però, a differenza dell’onorevole, siamo molto preoccupati”. Così una nota Riccardo Saccone, Slc Cgil nazionale.

“Pensiamo che abbia ragione - spiega - sul fatto che un’azienda non debba perdere soldi per lavorare. Il problema, e qui ci piacerebbe conoscere l’opinione di Pelillo, è chiedersi perché un’azienda perda da anni quattrini. Sappiamo quanto l’onorevole abbia ben presente il dossier Teleperformance, e quindi lo ricordiamo a noi stessi, ma stiamo parlando di un’azienda che viene da 36 mesi di ammortizzatori sociali in deroga e da oltre due anni di accordo sindacale che ha garantito un abbattimento del costo del lavoro pari a circa il 12% annuo rispetto agli altri soggetti del settore oltre che una competitività operativa di tutto rispetto grazie ad una flessibilità molto forte. Quindi sarebbe utile - continua Saccone rivolgendosi a Pelillo - capire perché, nonostante tutto questo, l’azienda continui a perdere soldi. Altrimenti i lavoratori non capirebbero a cosa siano serviti i loro sacrifici di questi anni, anche di carattere economico, e allora si che la corda si spezzerebbe”.

“Evidentemente - prosegue la nota - deve esserci qualcosa che non va in un settore dove la stragrande maggioranza delle aziende nazionali perdono soldi, come del resto dovrebbe sapere Pellillo coautore nel 2013 di un emendamento alla Legge di stabilità 2014 che assegnava finanziamenti ai call center che avevano stabilizzato lavoratori nel 2007 (emendamento di cui, per la verità, si è nel frattempo persa traccia e con esso dei fondi promessi e sbandierati). Forse il problema andrebbe affrontato non tanto con finanziamenti una tantum che magari finiscono per non superare il vaglio delle regole europee, quanto con un approccio di più ampio respiro che parta dalle questioni normative”.

“Speriamo allora - conclude la nota - che nell’alacre attività a fari spenti profusa in questi giorni, Pelillo abbia discusso con il governo anche delle ragioni per cui un’azienda multinazionale come Teleperformance, dopo anni di perdite nonostante accordi di grande responsabilità sottoscritti in questi anni dal sindacato confederale e i relativi sacrifici fatti dalle lavoratrici e dai lavoratori (400 dei quali nel frattempo sono stati licenziati nella sede di Roma), continui ad essere in perdita e si prepari a lasciare il mercato italiano. La buona volontà non è mai mancata al tavolo Teleperformance, ma di sola buona volontà il settore dei call center sta morendo e con esso migliaia di posti di lavoro. Vorremmo rassicurare l’onorevole Pelillo sul fatto che domani al tavolo, almeno lato sindacale, non ci saranno falchi, ma neanche polli”.