“Ezio Tarantelli è stato un uomo, un fine studioso, che aveva in mente la centralità del lavoro. La sua riflessione, scorrendo le opere così come ricostruendo le azioni, ha infatti al centro il valore sociale del lavoro e, soprattutto, i temi della coesione e della partecipazione. Ed è anche in questo segmento che si scorge la persistente attualità del pensiero di Tarantelli, in tempi in cui i temi della coesione e del ruolo delle organizzazioni di rappresentanza vengono ritenuti superflui, se non peggio derubricati e archiviati”. Così Carlo Ghezzi, ex segretario confederale della Cgil e ora segretario della Fondazione di Vittorio, ha ricordato oggi l'economista Ezio Tarantelli, ucciso ventinove anni fa, il 27 marzo del 1985, dalle Brigate Rosse lì dove insegnava, nei pressi della facoltà di Economia dell'Università La Sapienza di Roma.

Nel corso della celebrazione, che si è tenuta nella facoltà di Economia, fa sapere Gehzzi, gli esponenti sindacali presenti, insieme a quelli dell'Università La Sapienza si sono impegnati ad organizzare per il trentennale una riflessione celebrativa sul pensiero e l'opera di Tarantelli.