La campagna di mobilitazione contro i tagli ai Patronati e ai Caf, previsti nella legge di stabilità, continua con sempre maggior vigore. Tra venerdì 4 e il fine settimana del 5 e 6 dicembre si terranno numerose iniziative in tutta Italia: sportelli chiusi (in Lombardia e Liguria, ad esempio), presìdi, sit-in, volantinaggi, incontri con parlamentari, petizioni, raccolta di firme, dibattiti. Inoltre, il 9 dicembre è stato organizzato un presidio di protesta davanti alla sede della Camera dei deputati a partire dalle 15. 

 


La Legge di stabilità 2016 prevede un prelievo dal fondo patronati di 28 milioni (in aggiunta ai 35 milioni già sottratti nel 2015) e un taglio di 100 milioni all’attività fiscale che porterà a una riduzione dell’assistenza fiscale. Tutto ciò si tradurrà in una contrazione dei servizi offerti alle persone.

Tra gli eventi più significativi i patronati e i Caf Cgil ricordano la decisione, in molte realtà del paese, di un'apertura straordinaria il 5 e 6 dicembre delle sedi. “Intendiamo intensificare la nostra visibilità e raggiungere personalmente tanti lavoratori e lavoratrici, pensionate e pensionati, per fornire i nostri servizi e spiegare loro gli effetti e le ricadute pratiche e di prospettiva delle decisioni del governo”. Saranno allestiti dei gazebo nelle piazze per confrontarsi con i cittadini, dare informazioni, fornire chiarimenti.

“Se non si riuscirà a cancellare o a ridurre significativamente i previsti tagli – si legge in una nota del Caf Cgil -, le ricadute di queste misure saranno pesantissime per i cittadini e le cittadine, sui quali verranno trasferiti principalmente i costi della tutela individuale, Sono tante e diverse le iniziative programmate e in attuazione nei vari territori in questi giorni, spesso unitarie, che testimoniano l´impegno e la voglia di reagire alla ingiuste proposte del Governo".

“I patronati sono l’elemento essenziale per far funzionare la pubblica amministrazione. Lo Stato dovrebbe esserci grato per quello che facciamo”. E invece, al contrario, il governo torna a usare l’accetta. Così Morena Piccinini (presidente dell'Inca Cgil), pochi giorni fa, dai microfoni di Radioarticolo1, ha denunciato la gravità dei tagli.

Così – ha spiegato - viene "rimessa in discussione la funzionalità interna e saranno inevitabili pesanti ricadute sui cittadini". “Te la faranno pagare” è infatti lo slogan scelto per la campagna nazionale contro i tagli del governo. Ma non ci sono solo i tagli brutali - ha precisato ancora la dirigente del patronato Cgil -. C’è una precisa scelta politica da parte del governo: “Non si vuole fare solo cassa. Accanto al taglio ai patronati c’è un altro messaggio. I patronati si facciano pagare come i commercialisti e i liberi professionisti. Viene cioè rimessa in discussione l’attività gratuita che i patronati svolgono, la natura universalistica del servizio offerto ai cittadini. Vi diamo meno soldi, ma fatevi pagare la prestazione. Fatevi pagare quello che avete finora fatto gratis. Il governo Renzi ha fatto una precisa scelta culturale. Fuori dal diritto universale, solo prestazioni a pagamento”.

I Caf e i patronati, che con la loro attività assistono milioni di persone nell'esercizio dei loro doveri/diritti fiscali, assistenziali e previdenziali, continueranno l'opera di controinformazione verso i cittadini e i parlamentari fino all'ultimo minuto utile per cambiare una norma sbagliata tesa a colpire quei corpi intermedi tanto indispensabili per i cittadini quanto preziosi per gli stessi enti e per l´amministrazione finanziaria dello Stato.

"Non restiamo senza assistenza fiscale" e "Ti vogliono far pagare la tutela" sono i due messaggi con i quali i Caf e i patronati danno voce alle preoccupazioni di tutti coloro che vedono minacciato un sistema di protezione, certo e qualificato, tanto più importante nel momento difficile che il paese sta attraversando.

Qui la petizione per firmare a favore dei Caf.