I tempi sono sempre più stretti e l’unica possibilità di rilancio per la Tagina di Gualdo Tadino (Pg), storica e importante azienda del settore ceramico, passa per una sua cessione. Ne sono convinti i lavoratori e i loro sindacati, che spingono perché questa soluzione si realizzi nel più breve tempo possibile. Ieri, 25 gennaio, si è svolto un lungo tavolo in Regione Umbria, alla presenza tra l'altro anche di Confindustria, Gepafin (agenzia finanziaria regionale), Comune di Gualdo e Sviluppumbria (altra agenzia regionale). Fuori dagli uffici un centinaio di lavoratori della Tagina, che aspettano tre mesi di stipendi arretrati, hanno dato vita ad un presidio. 

"Abbiamo constatato la disponibilità da parte della Regione a mettere in campo, ovviamente al verificarsi di determinate condizioni, tutti gli strumenti a favore della ripresa produttiva e quindi dei Lavoratori - spiegano in una nota Filctem Cgil e Femca Cisl di Perugia, che seguono la vertenza Tagina - Con l’ultima legge di bilancio, inoltre, ci dovrebbe essere la possibilità di accedere per un buon periodo ad ulteriori ammortizzatori sociali, utili per la ripresa dell’attività ed il mantenimento dei posti di lavoro".

"L’azienda - continuano i sindacati - ancora oggi ha tutte le caratteristiche per essere rilanciata sul mercato nonostante problemi di carattere finanziario che gli istituti di credito non hanno ritenuto tamponare. Il nuovo Impianto di produzione, la professionalità dei dipendenti e un buon portafoglio clienti sono un grande biglietto da visita dell’azienda che è appetibile a tanti soggetti del settore ceramico italiano e mondiale; il suo marchio è noto come marchio di qualità. Lo ribadiamo ancora una volta - insistono Filctem e Femca -  tutti i tentativi di salvare l’azienda devono essere fatti, a maggior ragione in presenza di un mercato, quale quello ceramico, in forte ripresa, a differenza di quello umbro che sconta ancora le note difficoltà".

Dopo l'incontro i lavoratori si sono riuniti per circa tre ore in in assemblea serale, insieme ai loro rappresentanti sindacali e hanno discusso e concordato a larga maggioranza di mantenere viva l’azienda, consentendo oggi, 26 gennaio, le spedizioni di alcune importanti commesse, fermo restando però lo stato di agitazione, in attesa che atti concreti possano garantire futuro e occupazione ad un territorio fortemente provato dalla crisi degli ultimi 10 anni.