“E' molto importante che la Cgil avanzi una proposta di merito in un momento come questo, nel quale sembra che tutto sia concentrato soltanto su delle battute, degli slogan e delle frasi fatte. Una ragionamento sulla condizione del mondo del lavoro oggi non può partire né da slogan né da frasi fatte”. E' quanto ha detto Morena Piccinini, presidente del patronato Inca Cgil, nonché del comitato direttivo del sindacato di Corso d'Italia, in merito alla proposta avanzata dalla Confederazione di indire una manifestazione per il prossimo 25 ottobre, e che verrà valutata dal comitato direttivo che si riunisce il 27 settembre a Bologna. Piccinini ha parlato ai microfoni di Italia Parla su RadioArticolo1.

“E' vero – ha continuato la sindacalista - che c'è un mondo del lavoro molto diviso, parcellizzato, con una grande precarietà. Ed è altrettanto vero che bisogna fare un'azione molto incisiva che certamente non consiste nell'abbassare le tutele a chi ce le ha, ma nel costruire una modulazione, in modo tale che tutti si possano riconoscere e possano avere uno spazio di diritto paritario. Aggiungo che le 46 diverse forme di contratto sono state tutte costruite dal legislatore di volta in volta, in una pazzesca stratificazione, con l'obiettivo di creare la flessibilità che è libertà di azione da parte delle imprese. Noi ora dobbiamo fare l'esatto contrario. La nostra proposta bisogna è di cominciare a ragionare di diritti universali. La maternità, ade esempio, deve essere un diritto universale, riconosciuto indipendentemente dal tipo di contratto. Non si può fare dumping su questi diritti e tra un lavoratore e l'altro”.

L'obiettivo della Cgil, quindi, è di “creare una rete di protezione universale, che possa essere riconosciuta addirittura per legge. Per questo secondo noi lo Statuto dei lavoratori va aggiornato nelle parti mancanti, in relazione a come è cambiato il mondo del lavoro. In modo tale da non lasciare all'arbitrio delle singole situazione, dei singoli datori di lavoro o dell'uso dei singoli contratti per potere eliminare da sé quella responsabilità sociale che è tipica invece che deve essere tipica del mondo anche dei datori di lavoro”.

Al centro di questa discussione, c'è ovviamente il cosiddetto jobs act. “Quello che abbiamo visto finora è per molte parti incompleto, per altre parti non accettabile, per altre parti da verificare nella loro consistenza – afferma Piccinini -. Noi facciamo una proposta complessiva, e questa proposta la mettiamo a disposizione del paese, della politica e del parlamento. In modo tale che ci possa essere l'opportunità, se verrà colta, per discutere un po' più serenamente, più nel merito rispetto a un tema così complesso”.