La tenda rossa davanti alla Castelfrigo è ancora là, a Castelnuovo Rangone, davanti all'azienda modenese i cui lavoratori sono diventati un simbolo per la lotta contro lo sfruttamento nel settore delle carni. “Non la smonteremo sino a quando non saranno ricollocati tutti. Non a caso siamo partiti da là per lanciare la nostra nuova battaglia: vogliamo fermare le false cooperative che sfruttano le persone al limite della schiavitù. Non è più possibile assistere a questo dramma: siamo di fronte a un vero e proprio sistema di nuovo caporalato che va sconfitto”. A dirlo è la segretaria generale della Flai Cgil, Ivana Galli, spiegando in un'intervista a Rassegna Sindacale il senso della campagna appena partita per ripristinare la legalità negli appalti.

Rassegna Partiamo dalla cronaca recente. Com'è andata alla Castelfrigo?

Galli È stata una vertenza lunghissima iniziata molti anni fa. All'inizio abbiamo provato a risolverla cercando di far rispettare il contratto dell'industria alimentare, che prevede il divieto di appaltare parti del processo produttivo. Abbiamo fatto segnalazioni all'Ispettorato del lavoro di Modena, ma niente. In pratica il meccanismo è questo: il committente – in questo caso la Castelfrigo – appalta o affitta un ramo d'azienda a un consorzio per affidargli una parte della lavorazione. Il problema, però, è che spesso si tratta di cooperative spurie, oppure Srl con capitale sociale irrisorio, che semplicemente somministrano manodopera e poi, nel giro di un paio d'anni, scompaiono nel nulla. È una doppia beffa per i lavoratori che, risultando soci, si sono visti arrivare cartelle esattoriali di 30-40 mila euro, oltre a essere sfruttati con turni fino a dodici ore senza neppure avere la possibilità di andare al bagno. Noi come Flai abbiamo fatto di tutto per sostenerli, nella loro ulteriore difficoltà di essere stranieri e quindi anche con problemi nel capire cosa stava succedendo. Poi, grazie anche alla Cgil regionale, è stato aperto un tavolo e finalmente lo scorso 29 dicembre è stato firmato un accordo importante che ha sbloccato la situazione. Ora c'è l'impegno di tutti i soggetti coinvolti che si sono resi disponibili alle ricollocazioni, per adesso l'hanno ottenuta in trenta su settanta. Ma non basta.

Rassegna Il problema è che non si tratta di un caso isolato. Puoi darci qualche cifra?

Galli Il distretto modenese della carne fattura oltre 3 miliardi di euro con 170 imprese e circa 5 mila dipendenti, di cui 1.400 impiegati in queste pseudo-srl. In tutta Italia il comparto vale 20 miliardi e occupa oltre 50 mila persone. Possiamo affermare che sono decine di migliaia i lavoratori che operano in condizioni di fatto illegali negli appalti, con contratti disapplicati, turni massacranti, e nessun diritto.

Rassegna Ecco il perché della vostra campagna. Puoi riassumerci cosa chiedete?

Galli Vogliamo smascherare le false cooperative, le finte imprese, queste nuove forme di caporalato. Anzitutto chiediamo di ripristinare la sanzione penale per la somministrazione fraudolenta di manodopera depenalizzata dal Jobs Act. Poi c'è la necessità di determinare la genuinità dell'appalto con un riferimento esplicito all'autonomia imprenditoriale, il che significa analizzare il costo del lavoro medio per evitare il dumping. C'è un contratto di riferimento quando si fa la lavorazione delle carni, non se non possono applicare altri.

Rassegna Avete in mente anche altri interventi legislativi?

Galli Per un efficace contrasto delle cooperative spurie è necessario abolire il DPR 602/70. Questa norma individua molte categorie merceologiche che possono godere di una minorE contribuzione, escludendo anche gli ammortizzatori sociali. Le attività merceologiche sono troppo vaghe e nella loro vaghezza vengono 'liberamente' interpretate. Poi vogliamo evitare la consuetudine di queste cooperative che cambiano nome e ricominciano da capo ogni volta senza pagare tasse e contributi, riprendendo esattamente lo stesso appalto con un danno enorme per le casse dello Stato. Sarebbe sufficiente un controllo attraverso i codici fiscali dei falsi cooperatori, tanto sono sempre gli stessi.

Rassegna In Parlamento nel frattempo giace una proposta di legge su questi temi. Come la giudicate?

Galli È una buona proposta di legge, l'ha presentata l'Alleanza delle cooperative raccogliendo 50 mila firme e prevede disposizioni contro le false cooperative. Fu presentata il 29 ottobre del 2015 e lì nel cassetto è rimasta, non è successo nulla: noi chiediamo alla prossima legislatura di farsene carico. L'altra nostra richiesta è che la legge 199, quella di contrasto al caporalato, sia estesa anche alla somministrazione irregolare di manodopera tramite gli appalti. Perché anche questo, lo ripeto, è caporalato a tutti gli effetti. Non ci fermiamo qui, con questa nostra campagna andremo in tutti i luoghi di lavoro in cui ci sono casi simili a quello della Castelfrigo per tutelare l'occupazione, la qualità del lavoro, i salari e i diritti.