Cinque colpi, probabilmente di fucile, per tentare di cancellare la targa apposta sul “Maglificio 100Quindici Passi”, gestito dalla cooperativa sociale Oasiproject (componente della rete Federsolidarietà Confcooperative Campania) con il supporto delle associazioni Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie ed Energia Sociale,  la benedizione dell’amministrazione comunale locale e della Diocesi di Nola e il sostegno della fondazione CON IL SUD e di Banca Etica. È successo nella notte di ieri a Quindici, paesino irpino duramente colpito dalla camorra: quattro gatti, appena 2mila abitanti, e una penetrazione criminale tale da farsi onta indelebile e dominare l’immaginario collettivo sulla piccola comunità alle porte di Avellino.

“Bene riscattato alla camorra e restituito all’Italia” è questa la dicitura che gli spari avrebbero voluto cancellare. Nella giornata di oggi quel bene sarà inaugurato alla presenza di Don Luigi Ciotti, presidente di Libera,  del viceministro all’Interno Filippo Bubbico e del Prefetto di Avellino Carlo Sessa. Una presenza doverosa quella del viceministro “perché questi territori si stanno impegnando a dare dei segnali di speranza e c'è la volontà di invertire un ciclo rispetto alle infiltrazioni criminali sul territorio. Il compito dello Stato è quello di essere presente e di impegnare tutte le risorse possibili per sconfiggere la criminalità che prosciuga ricchezze dai territori, ma anche risorse umane, culturali, bellezza, speranza".

Presto il Maglificio 100Quindici Passi offrirà lavoro. È con questo scopo che è nato. Si tratta, difatti, di un progetto economico e di inserimento lavorativo che prevede la ristrutturazione e l’adeguamento dei locali e degli impianti di Villa Alta Chiara al fine di produrre maglieria artigianale. Non siamo di fronte a un’iniziativa simbolica ma a una vera e propria riscossa. “In questa fase storica in cui la criminalità organizzata nel Vallo di Lauro prova a ristabilire la sua egemonia con attentati e intimidazioni, - fa sapere Libera Campania - il Maglificio rappresenta, invece, un’opportunità vera di riscatto e di sviluppo per l’intero territorio anche in termini lavorativi. Sono già sette le persone assunte, selezionate attraverso un avviso pubblico, che andranno a realizzare maglieria tecnica per le forze dell’ordine. L’intenzione è dar vita a un nuovo modello di economia alternativa a quella criminale mettendo in rete aziende e imprese sociali.  Grazie alla partnership siglata insieme all’Unione Industriale Biellese, sarà possibile, infatti, alimentare una filiera sana nel settore della maglieria con aziende leader del distretto industriale piemontese che affiancheranno la cooperativa in fase di start-up e produzione”.

All’interno del Maglificio 100Quindici Passi sarà realizzata anche una scuola di arti e mestieri. Si tratta del primo bene confiscato alle mafie in provincia di Avellino. L’impresa tessile è stata insediata all’interno dell’ex villa bunker di uno dei clan locali, i Graziano. Un fatto che probabilmente qualcuno non ha digerito e gli spari nella notte volevano essere un segnale teso a inibire altri atti di riscatto dalla criminalità locale. "Le mafie temono l'antimafia del fare. La villa confiscata al clan Graziano di Quindici da domani è destinata a ospitare un maglificio che darà lavoro pulito in terra di ricatto criminale e di impunità. E questo dà molto fastidio alla camorra che ha già minacciato e oggi è tornata a sparare. Senza capire che quel bene domani andrà restituito non solo a una cooperativa di Libera ma all'Italia intera che attorno a quei ragazzi oggi si stringe", ha commentato Claudio Fava, vicepresidente della Commissione Antimafia.

Già lo scorso settembre, alcuni spari vennero esplosi contro l'abitazione del sindaco di Quindici, Eduardo Rubinaccio, e poco più di una settimana fa (il 12 ottobre) il suo ufficio nella sede comunale era stato preso di mira da ignoti che avevano riversato urina sul pavimento. Il paese è da lungo tempo teatro di una faida alimentata dai clan Graziano e Cava. L’idea è quella di una terra fino all’arrivo di Libera sotto assedio. “Quindici – ha commentato Fabio Giuliani, coordinatore regionale di Libera Campania-  rappresenta una grandissima sfida. Su un territorio così complesso, parliamo di uno tra i primi comuni italiani sciolti per infiltrazioni mafiose, ai tempi del presidente Pertini, aprire un'attività imprenditoriale per noi è un traguardo incredibile. Con il maglificio 100Quindicipassi siamo andati fuori dai classici schemi. Fino ad ora Libera ha riconvertito terreni agricoli. A Quindici la sfida è creare un'impresa artigianale.  Gli spari di questa notte ci hanno ferito, siamo rimasti male. E come quando ti vengono a rubare in casa e toccano i tuoi affetti. Però, con grande consapevolezza, andiamo avanti perché non siamo soli. Sappiamo che avremo accanto lo Stato e la comunità".

Gli attestati di sostegno non sono mancati. A partire dalla Filctem Cgil Avellino che ha affermato: "Fa paura veder nascere un progetto di riutilizzo sociale di un bene confiscato come pochi nel panorama nazionale. Uno dei rari casi in cui un'immobile confiscato diventa un vero e proprio sito produttivo capace di creare progresso e lavoro legale". Oggi il Maglificio 100Quindici Passi aprirà le sue porte. Da domani, finalmente, offrirà una possibilità di rivalsa alla comunità locale. Darà lavoro a sette persone, tracciando “l’unica strada percorribile contro la camorra".