“La Società italiana autori ed editori, sotto la gestione commissariale, disdice gli accordi e abbandona la trattativa”. Ne dà notizia la Cgil, che denuncia come “la gestione commissariale della Siae” tenti “in questo modo di scardinare il sistema delle relazioni sindacali”. “Con un semplice ordine di servizio – spiegano al Dipartimento reti e terziario di Corso d’Italia – il direttore generale allunga l’orario di lavoro, taglia di 16 giorni le ferie, abolisce gratifiche e indennità tagliando di fatto le retribuzioni del 30%, riduce il periodo di comporto per malattia utilizzando strumentalmente un Regio decreto del 1924, abolendo al contempo l’assistenza sanitaria integrativa”.

Un insieme di misure che sancisce
di fatto un modello in cui si cancellano diritti fondamentali dei lavoratori nel nostro paese. “La Cgil – si legge nella nota – chiede quindi un intervento urgente del governo che ripristini nella Siae una condizione di civiltà e normalità”.

L’abbandono della trattativa da parte
dei dirigenti aziendali rappresenta un fatto inaccettabile; questo fra l’altro ha impedito che ci si confrontasse con le proposte delle organizzazioni sindacali su una piattaforma che avrebbe consentito risparmi importanti e significativi. L’atteggiamento dell’ente appare pretestuoso e teso piuttosto alla destrutturazione di un organismo che dovrebbe al contrario potenziare il suo ruolo di centro regolatore del sistema della produzione culturale del paese.

La Cgil – conclude la nota – metterà
in atto tutto quanto è possibile, anche con le altre confederazioni sindacali, per uscire da questa imbarazzante situazione, superare l’attacco ai lavoratori, ristabilire condizioni normali di confronto, per ridare un ruolo e un futuro ad un ente importante per l'attività culturale del nostro paese.