“Sono tanti i diritti che non vengono garantiti ai lavoratori e ai cittadini in tema di servizi pubblici. Perciò, abbiamo deciso di farli emergere e di denunciare le relative inadempienze attraverso una serie d’iniziative concentrate a Napoli nell’arco di questa settimana, in cui invitiamo istituzioni, esponenti politici ed esperti in grado di fare proposte”. Così Alfredo Garzi, segretario generale Fp Cgil Campania, oggi ai microfoni di RadioArticolo1.

“Il primo diritto da riconquistare è il diritto di scelta e il riferimento è alla legge 194 e all’interruzione volontaria di gravidanza – ha esordito il dirigente sindacale –: è uno di quei diritti che sono negati nei fatti, perché l’obiezione di coscienza è ormai dilagante in tutto il Paese, e associata alla carenza di personale, non garantisce più quanto stabilisce la legge”.

“Ma noi vogliamo parlare di libertà di scelta delle donne anche in caso di maternità – ha osservato Garzi –, visto che sul territorio stanno chiudendo molti punti nascita in strutture sia pubbliche che private. Con il decreto Balduzzi, dal 1° gennaio prossimo tutte le strutture che non hanno un determinato volume di nascite verranno chiuse, e già da ora si pone il problema come partorire in una città come Napoli e in una regione come la Campania. Inoltre, vogliamo discutere anche di fecondazione assistita, per una libertà di scelta su tale argomento, che oggi i servizi pubblici non garantiscono”.

 

“La seconda giornata sarà dedicata al diritto alla salute – ha proseguito ancora il sindacalista –, che non viene rispettato sul nostro territorio. Penso alla vertenza sulla sanità privata accreditata, che malgrado le nostre mobilitazioni e i nostri scioperi non si è ancora risolta. Ma mi riferisco anche alle diverse vertenze a Napoli e provincia, dove gli ospedali vedono ridurre i posti letto e i ticket sono i più alti d’Italia”.

“Nel complesso, nella sanità pubblica la situazione è di grande sofferenza – ha rilevato Garzi –, con liste d’attesa lunghissime, a mano che, nel frattempo non ci si rivolga alla libera professione intramoenia, pagandone i relativi costi. Ma questa è la negazione del diritto universale alla salute. In tal modo, i problemi della sanità campana si aggravano sempre di più, perché tanta gente che non può usufruire di prestazioni sanitarie è costretta a migrare altrove. Un’operazione che fa perdere alla Regione circa 350 milioni all’anno, con ricadute negative sulla distribuzione delle risorse sanitarie per l’anno successivo, perché più si accumula deficit e meno soldi arrivano”.

“Altro tema che approfondiremo, quello del ciclo dei rifiuti: noi abbiamo dato il nostro contributo alla legge regionale appena approvata, e vogliamo che il territorio metropolitano di Napoli diventi autosufficiente, e che si smetta quindi di portare fuori ogni anno tonnellate e tonnellate di rifiuti, con costi elevatissimi. C’è urgente bisogno di una riconversione dei siti degli stabilimenti per la raccolta differenziata, con la possibilità di abbassare le tariffe e di riorganizzare il lavoro, a tutto vantaggio dei cittadini”, ha concluso il leader della Funzione pubblica campana.