Sono circa 4.000 i docenti precari in provincia di Foggia interessati dalla sentenza della Corte di Giustizia europea che ha stabilito che i lavoratori con più di 36 mesi di servizio hanno diritto all’assunzione a tempo indeterminato. A questi vanno sommati, sempre in Capitanata, circa 600 precari tra il personale Ata più altre decine dell'Università ed enti di ricerca.

“Una sentenza storica – commenta Loredana Olivieri, segretaria generale della Flc Cgil foggiana –, una vittoria per il nostro sindacato che ha sempre sostenuto, politicamente e legalmente con i ricorsi presentati, le ragioni dei precari. Stiamo parlando di quei lavoratori che fanno funzionare le nostre scuole, coprono posti vacanti, che portano avanti la ricerca nelle università, di tutto quel personale precario della pubblica amministrazione, ugualmente interessato dal ricorso”.

Nell’udienza di ieri, alla presenza dei legali della Flc nazionale, la Corte Europea ha riconosciuto come la normativa dello Stato italiano è in contrato con quella comunitaria per quel che riguarda la il lavoro a tempo determinato nel settore della scuola. “In sostanza il rinnovo illimitato di quei contratti per soddisfare esigenze permanenti e durevoli delle scuole statali e degli altri enti pubblici non è giustificato”, si legge nel passaggio della sentenza.

“Come Flc provinciale – ricorda Olivieri – avevamo già patrocinato a vinto i ricorsi in sede giudiziaria affinché ai precari venisse riconosciuto punteggio e anzianità di servizio. Le nostre ragioni e il nostro impegno al servizio degli interessi dei lavoratori precari è costante e si sostanzia di atti concreti, vorremmo ricordarlo al nostro Presidente del Consiglio. E oggi appare ancora più evidente come quel piano dei 150mila stabilizzati voleva essere solo un tentativo di anticipare in qualche modo il giudizio della Corte Europea. Ora il Governo deve dare immediata attuazione alla sentenza stabilizzando tutti i precari e non solo quelli iscritti nelle graduatorie a esaurimento. Argomentazioni, anche alla luce delle norme previste nel Jobs Act, che rafforzano le ragioni dello sciopero generale indetto per il 12 dicembre da Cgil e Uil”.